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Operatori sociali autoconvocati contro il Decreto Minniti-Orlando

Assemblea pubblica sabato 8 aprile a Roma

“I decreti Minniti sono passati alla prima votazione. Sono passati con il loro messaggio securitario, carico di populismo. Paradosso vuole che il racconto fatto dall’attuale Governo sia che queste misure servano proprio per evitare che le destre e i populismi possano essere predominanti nell’offerta politica. Ma evidentemente hanno già vinto. Il risultato non cambia se a proporre queste misure è un governo che si ostina a definirsi di centro-sinistra”.

Inizia così l’appello degli operatori sociali “autoconvocati” a cui hanno aderito in moltissimi, provenienti da Torino a Crotone, per vedersi a Roma sabato 8 aprile alle 14.30 al circolo ArciSolidarietà di via Goito (Castro Pretorio). Nel testo analizzano e bocciano punto per punto il provvedimento che sette giorni ha ricevuto il sì del Senato e ora deve passare alla Camera per la definitiva approvazione.

Poteri ai sindaci

“Poteri straordinari ai sindaci per agire repressione e ‘confino urbano’ alle marginalità sociali. Compressione del diritto d’asilo, eliminando un grado di giudizio al ricorso avverso il diniego dell’istanza di protezione internazionale, contro Costituzione e ordinamento giuridico, creando di fatto un diritto differenziale. Ogni casella una “categoria” di persone con “diritti” diversificati. Nessuno è uguale davanti alla Legge”.

“Controllori sociali” e non operatori

“Operatori sociali ‘costretti’ a controllori sociali. Il Capo II “Misure per la semplificazione e l’efficienza delle procedure innanzi alle Commissioni territoriali”, Art. 6 “Modifiche al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25”, 1 a) 3-septies del Decreto Legge 17 febbraio 2017, n. 13 recita: “Nello svolgimento delle operazioni di notificazione di cui al comma 3-ter, il responsabile del centro o della struttura è considerato pubblico ufficiale ad ogni effetto di legge”. Attribuirci il ruolo e la funzione di “pubblico ufficiale” significa ledere la relazione fiduciaria fondante il nostro agire sociale. Il rapporto di terzietà tra il richiedente protezione internazionale e la Questura o la Prefettura è indispensabile per svolgere al meglio il nostro lavoro”.

“Disobbedire al ruolo di soldati”

“Dobbiamo, quindi, rassegnarci all’ineluttabilità di essere assoldati in una guerra contro i poveri? In una guerra contro uomini, donne e bambini in fuga da Paesi in cui non possono più nemmeno sopravvivere?

No, non è così, non possiamo permetterlo. Disertare questa guerra è una necessità prima ancora che un dovere; il nostro ruolo, la nostra funzione non possono essere snaturati in questo modo. Obiettori di coscienza, ché la coscienza non sarà certo esclusiva di medici in carriera contro la legge 194/78, disobbedienti a un compito in cui Minniti e Gentiloni vogliono costringerci. Questo quello che possiamo e dobbiamo fare. Questo quello che faremo”.

Assemblea autoconvocata

“Una assemblea autoconvocata perché vogliamo confrontarci e discutere, capire bene che cosa significa e come si modifica giuridicamente, socialmente e politicamente il nostro lavoro. All’incontro saranno presenti avvocati e giuristi per permetterci di approfondire questi aspetti.

E’ un invito che facciamo alle colleghe e ai colleghi ma anche alla politica, quella capace di non cercare scorciatoie ma di supportare i percorsi di inclusione sociale, alle persone che ritengono sia ancora possibile una società in cui chi è in difficoltà venga visto non come un nemico da “colpire” o “nascondere” ma come un essere umano da aiutare e sostenere. Un invito che facciamo a noi stessi, operatori sociali”.

Per aderire e partecipare: [email protected]