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Pacchetto sicurezza – Linea dura, ma non per le badanti

La serva serve: verso una sanatoria?

La serva serve.
Era il titolo di un libro pubblicato alcuni anni fa sulle donne migranti e il lavoro domestico e/o di cura nel quale le donne italiane sono state sostituite da donne migranti.

Sono giovani, o meno giovani, donne provenienti da Filippine, Capo Verde, paesi dell’est Europa, paesi dell’America latina, Eritrea e altro ancora.

Sono donne migranti senza documenti, silenziose e pazienti lavoratrici alle quali si consegnano le chiavi di casa e non di rado affetti, come dimostrano i matrimoni tra “badanti” e anziani soli.

In questi giorni di dure affermazioni, alcune peraltro di dubbia legittimità costituzionale, inserite in decreti di urgenza e disegni di legge che dichiarano guerra all’immigrazione clandestina su tutti i fronti (tempi di trattenimento nei CPT, carcere, restrizione dei ricongiungimenti, restrizioni al diritto di asilo, espulsione e CPT ance per i cittadini comunitari) le cosiddette badanti, dice oggi il Governo, sono escluse.
Una risposta al Ministro Carfagna che si era detta preoccupata per la badante della madre.
Una ennesima divisione tra migranti buoni e cattivi. La linea della differenza non si colloca solo tra regolari e clandestini, ma anche tra gli stessi migranti senza documenti. E, come nella scorsa legislatura guidata da Berlusconi, le badanti avranno un trattamento di favore.

Il Ministro Maroni nega la possibilità che siano sanate o regolarizzate le posizioni dei migranti presenti in Italia senza documenti, ma, aggiunge: “Terremo conto naturalmente di quelle situazioni che hanno un forte impatto sociale come le bandati”. D’accordo Mara Carfagna: “Il giusto e doveroso giro di vite sull’immigrazione non può non tener conto del problema relativo a badanti e collaboratori domestici ancora non regolarizzati senza i quali l’Italia vivrebbe un dramma socio-assistenziale che coinvolgerebbe le famiglie con minori, anziani e portatori di handicap”.

Non possiamo ributtare a mare chi sta egregiamente rimpiazzando il sistema del welfare e offrendo servizi a basso costo al posto di Stato ed enti locali, poco preoccupati di fare i conti quando si parla di carceri e di nuovi CPT, ma attenti ai costi di asili, strutture residenziali per anziani ecc.

Si parla quindi della possibilità di un nuovo decreto flussi che potrebbe riguardare circa 150.000 stranieri.
Consentirà di sanare la posizione esclusivamente di badanti e colf che abbiano presentato la richiesta il 18 dicembre scorso nell’ambito del Decreto Flussi 2007.
Inoltre si sta discutendo l’ipotesi, per questa categoria di lavoro particolarmente cara agli italiani, di dare la possibilità di sanare i collaboratori domestici che dovranno però dimostrare di avere i requisiti necessari, primi fra tutti l’alloggio e il contratto di lavoro.

La serva serve, quindi.
E serve tranquillizzare chi ha al proprio servizio manodopera in nero ed irregolarmente presente, e rischia di essere denunciato per reati quali favoreggiamento o sfruttamento del lavoro nero.

Serve dividere i migranti, serve usare retoriche di guerra, serve questo pacchetto sicurezza, per controllare una forza lavoro sempre più numerosa, indispensabile e che si sta organizzando con picchetti, manifestazioni, nuove organizzazioni di sindacato biopolitico ma anche piccole strategie di resistenza come i matrimoni non proprio per amore.
Un modello non di esclusione ma di inclusione differenziata.
Il decreto sicurezza presenta il paradigma del Governo dei diritti civili e del lavoro, diritti differenziati soprattutto per chi come i migranti si trova agli ultimi gradini della cittadinanza.

Un tentativo di differenziazione che pare però non fare presa sui migranti, come ci hanno mostrato le manifestazioni di Verona e di Reggio Emilia nelle scorse settimane e le mobilitazioni che negli ultimi mesi hanno attraversato il paese.