Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Padova – Lunedì 29 dicembre: Andrea Segre e Marco Paolini a sostegno dei rifugiati di Casa Don Gallo

ore 20.30, Multisala Astra, via Tiziano Aspetti 21, proiezione di Come il peso dell'acqua

L’Associazione Razzismo Stop, Zalab, ASGI e Melting Pot Europa, sono lieti di invitarvi:

lunedì 29 dicembre 2014, ore 20.30,
presso il Multisala Astra, via Tiziano Aspetti 21, Padova

per una serata di sostegno ai rifugiati di Casa dei Diritti Don Gallo, per festeggiare la sospensione dell’ordinanza anti-ebola del Sindaco Bitonci

Saranno con noi:

Andrea Segre e Marco Paolini

i rifugiati di Casa Dei Diritti Don Gallo

una occasione per seguire insieme la proiezione di:

COME IL PESO DELL’ACQUA

e per sostenere concretamente il progetto Refugees Wood, l’iniziativa dei rifugiati che producono oggetti in legno (panche, tavoli, sedie, sdraio, appendi-abiti, portachiavi, etc) recuperando bancali usati.

Da pochi giorni il Tar Veneto ha sospeso gli effetti della cosiddetta ordinanza anti-ebola del Sindaco Bitonci.
E noi vogliamo festeggiare questo importante risultato, cercando di rimettere al centro le vere storie dei rifugiati troppo spesso offuscate dalla coltre di fumo del razzismo e della propaganda; parleremo delle ragioni che spingono migliaia di persone a partire e della realtà di chi, sopravvissuto al viaggio, è costretto a vivere in condizioni difficilissime in questo paese.
Vi invitiamo a partecipare in tanti a questa importante serata a sostegno dei rifugiati di Casa dei Diritti Don Gallo.


Come il peso dell’acqua

di Giuseppe Battiston, Stefano Liberti, Marco Paolini e Andrea Segre
regia Andrea Segre
con Gladys Yeboah Adomako, Nasreen Tah, Semhar Hagos, Giuseppe Battiston e Marco Paolini

La soggettiva di un sommozzatore scivola nel blu profondo del mare, si avvicina alla sagoma di un peschereccio di legno adagiato sul fondo. Si avvicina piano, lento come i movimenti nell’acqua, lento come quando hai paura. Continua lento il respiro subacqueo, l’ossigeno scorre attraverso i tubi, le bolle di anidride carbonica galleggiano nelle profondità e la sola ombra di uno di quei corpi fa chiudere gli occhi.

Giuseppe Battiston è dentro ad una grande stanza vuota. Inizia a pensare. Sentiamo la sua voce. Si chiede perché lui ora non ha il coraggio di guardare anche se per tanti anni aveva saputo? Perché quei corpi gli fanno paura? Si muove nella grande stanza vuota e il panico lentamente si trasforma in necessità. Ha bisogno di capire. Da qui inizia il suo viaggio di conoscenza, incontro, dubbio. La voce di Giuseppe Battiston accompagna il racconto di tre donne, Gladys, Nasreen e Semhar, e del loro difficile viaggio dal paese d’origine alle coste italiane. Il racconto delle tre donne segue tre filoni di racconto: la memoria del viaggio, l’attraversata del mare, la loro vita oggi. Gli interventi di Marco Paolini aiuteranno lo spettatore, e Battiston stesso, a capire le direzioni, i flussi e le barriere delle migrazioni verso l’Europa. Marco Paolini, con la sua arte tra studio e scoperta, fornisce a Battiston altri strumenti di comprensione disegnando su tre grandi mappe geografiche che Giuseppe poi appende alle tre pareti della sua stanza. Mentre le donne raccontano, la stanza di Giuseppe Battiston va riempiendosi di oggetti e simboli che incontriamo nelle loro storie: alla fine Giuseppe è attorniato dagli oggetti, i segni, le parole, le mappe, i ricordi della sua nuova conoscenza.

Per oltre dieci anni abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi economici, politici e militari a tentare di chiudere la frontiera mediterranea: c’è chi l’ha fatto con più cautela e chi con più cattiveria, ma lo scopo unico era comunque e sempre “ridurre il numero di sbarchi”, fermare e contenere. Un orizzonte che ha schiacciato le nostre capacità di ascoltare e capire i motivi e le scelte di chi viaggia. Come il peso dell’acqua, attraverso le storie di tre donne e lo sguardo di due grandi narratori civili, cerca di modificare questo orizzonte.