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Padova – Ordinanza “anti-sbandati”? Marcia indietro del sindaco di Cittadella

Ed intanto prende parola il Veneto antirazzista. Bitonci contestato a Padova

S.O.S. razzisti, questo lo slogan di quanti giovedì sera, nella città di Padova, hanno contestato la presenza del Sindaco di Cittadella massimo Bitonci impegnato in una conferenza che ha visto la partecipazione di poco più di venti persone.

Recentemente il sindaco di Cittadella di Cittadella Massimo Bitonci ha diffuso il testo aggiornato di una ordinanza che è andata a sostituire quello del tristemente noto provvedimento “anti-sbandati”.

Le nuove disposizioni erano state annunciate con dichiarazioni che facevano pensare all’inasprimento di quelle già restrittive contenute nella prima ordinanza.

Ma il contenuto del nuovo testo è invece assai più cauto e morbido.
Forse il sindaco Bitonci ha modificato il suo modo di intendere la presenza dei cittadini comunitari ed extracomunitari nel Comune di Cittadella?
No certamente. Quello che però sembra sicuro è che neppure una legislazione tanto “stretta” come quella europea, in tema di libera circolazione e soggiorno di cittadini comunitari (l’UE ha come asse portante la libertà delle merci e dei capitali, non i diritti), il suo decreto di recepimento, ulteriormente restrittivo, ed i riferimenti continui alla legge Bossi Fini che vengono fatti, hanno potuto sostenere disposizioni tanto singolari e discriminatorie come quelle proposte a novembre con la prima ordinanza “anti-sbandati”.

Dopo richiami e polemiche il trascinatore del partito dei sindaci ha dovuto fare marcia indietro, tanto che nel testo dell’ordinanza oggi in vigore nel Comune di Cittadella è scomparso ogni riferimento a presunte invasioni nelle premesse, così come sono stati aggiunti puntuali indicazioni sull’impossibilità di attivare procedimenti idonei a interdire la procedura di iscrizione anagrafica.

Ciò che è rimasto a Bitonci è stato il tentativo di inasprire, con indicazioni precise, alcune disposizioni che, per la verità, sono già previste dalla normativa che regola la materia dell’iscrizione.
Il riferimento alla metratura per la concessione dell’idoneità alloggiativa è rivolto ai cittadini di ogni nazionalità ed è giustificato dalla necessità di aggiornare la tassazione sui rifiuti.
Il database informatico condiviso con la Questura riguardante le dichiarazioni di ospitalità e la scadenza dei titoli di soggiorno è il tentativo di mettere in atto in forma esasperata una pratica, quella dei controlli sulla regolarità del soggiorno, già ampiamente previsti dalla normativa.
Il messaggio è chiaro: “tutti i migranti sono potenziali clandestini, il permesso prima o poi lo perderanno”.

E’ infatti il punto di vista culturale quello più interessante da cui guardare la vicenda.
Il Veneto disegnato dalle poco desiderabili iniziative dei suoi amministratori locali è quello del razzismo e delle discriminazioni. Non sempre l’altro Veneto, quello della solidarietà e della lotta per i diritti, trova la stessa dignità nella bacheca della comunicazione main stream.
Perché proprio la “regione razzista” e non per esempio quella contro le basi americane, visto che nei gironi scorsi gli attivisti “No dal Molin” hanno raccolto attraverso i loro gazeboo più consensi di quanti non avesse saputo raccogliere il carroccio ai tempi di Pontida e delle velleità secessioniste?
Difficile trovare risposta a questa domanda.
Certo che, intorno all’ossessione della sicurezza, dell’invasione, del pericolo derivante dal diverso, gli esponenti del Carroccio, in primis quelli veneti, hanno costruito tutta la loro immagine mascherata da un necessario quanto poco credibile “indipendentismo con speranze governative”.
Le relazioni però non si sono fatte attendere e non sempre un pensiero che non appartiene alla maggioranza è per forza un pensiero debole o minoritario.
La speranza è quella di scoprire a poco a poco che molti generali sono rimasti senza esercito.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa