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Pakistan. Elevato e qualificato pericolo di essere vittima innocente degli atti di violenza indiscriminata connessi agli atti di persecuzione religiosa

Corte d'Appello di Trieste, sentenza n. 455 del 15 luglio 2016

La Corte d’Appello ricorda che l’indagine circa le vicende dei richiedenti: “può e deve essere condotta, non già attraverso i normali canoni della prova processuale, ma indirizzata alla ricerca delle fonti dalle quali evincere se la siutazione sociale dell’area del Paese da cui proviene l’asilante, giustifichi un giudizio di verosimiglianza del narrato e di serietà e attualità del pericolo individuale paventato dal richiedente protezione”.

Fatta tale premessa, consultate dunque le fonti, il Collegio appura che nella provincia del Punjab si registra la presenza di grandi comunità di sciiti, verifica altresì che il gruppo Lashkar-e Jhangvi (LeJ) – uno dei gruppi terroristici responsabile della violenza contro gli sciiti nella zona – ha il suo quartier generale nella provincia del Punjab, ha legami con l’esercito pachistano e con i servizi segreti ed agisce impunemente nella provincia del Punjab , dove negli ultimi due anni sono stati uccisi almeno 800 sciiti.

Quindi la Corte riconosce la protezione sussidiaria al richiedente: “essendo attuale la delineata situazione di elevato e qualificato pericolo di essere vittima innocente degli atti di violenza indiscriminata connessi agli atti di persecuzione religiosa e sussistendo perciò un potenziale ed attuale rischio per l’incolumità dell’appellante”

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Corte d’Appello di Trieste, sentenza n. 455 del 15 luglio 2016