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Pisa – Le soluzioni ci sono. E’ solo questione di volontà

«Vogliamo vivere in Italia coi frutti del nostro lavoro; non chiediamo elemosine, vogliamo dare il nostro contributo alla vita di questo paese». E’ il messaggio che lanciano i profughi della guerra in Libia, già ospiti del centro della Croce Rossa in Via Petrasantina.

Come noto, il 28 Febbraio è terminato il periodo di accoglienza garantito ai profughi: i centri chiudono, e i migranti dovranno vivere con risorse proprie. Sarebbe una bella notizia, se in questi due anni le strutture di accoglienza si fossero prodigate per aiutare i loro ospiti a cercare lavoro e una sistemazione alloggiativa degna.

A Pisa, ciò non è accaduto. La Croce Rossa ha speso 600 mila euro per allestire dei container roventi d’estate e gelidi d’inverno, ai margini di un fosso maleodorante. Nessun intervento è stato fatto per

l’avviamento al lavoro e per il reperimento di un alloggio.

Così, dopo due anni, i profughi sono abbandonati a se stessi: viene chiesto loro di lasciare la struttura di Via Pietrasantina, senza garanzie per il futuro. In queste condizioni, i 500 euro di “buonuscita” serviranno a sopravvivere per qualche settimana. Per questo, i migranti hanno deciso di rimanere nel centro. E oggi lanciano una proposta concreta, che potrebbe risolvere il loro problema, e al contempo essere utile per tutta la città.

La proposta è quella di ristrutturare il campo di Via Pietrasantina: togliere i container, bonificare l’area, ripulirla e allestirvi moduli abitativi degni di questo nome. Si potrebbe così creare, a due passi dal centro storico, uno spazio per l’emergenza abitativa: di cui potrebbero beneficiare le tante famiglie, italiane e straniere, che in questi mesi sono vittime di sfratto, e rischiano di finire per strada.

I migranti potrebbero mettere a disposizione il loro lavoro e le loro competenze, per un’opera destinata a tutta la città.

Per un progetto di questo genere, è necessario attivare un dialogo con tutte le istituzioni, in primo luogo con il Comune. Finora, proprio l’amministrazione comunale ha rifiutato ogni confronto. L’assessore Ciccone ha reso dichiarazioni che giudichiamo gravissime. Ha sostenuto, in un comunicato congiunto con la Provincia, che la protesta pacifica dei profughi mette a repentaglio i loro permessi di soggiorno: cosa deliberatamente falsa, perché la legge (decreto 251 del 2007) prevede la revoca dei documenti solo in presenza di reati gravissimi. Ha dichiarato che l’interprete di fiducia dei profughi – che è volontario e dirigente di Africa Insieme, nonché attivista di Rebeldia – non traduceva fedelmente (cosa grave e infamante, per la quale vi sono gli estremi per una denuncia per diffamazione).

Tra l’altro, poichè i profughi sono stati coinvolti in un progetto promosso dalla Croce Rossa Italiana e dal Comune di Pisa e non hanno occupato deliberatamente un immobile senza autorizzazione, non si comprende come sia possibile sgomberarli senza un’autorizzazione del Giudice Civile che costituisca un valido titolo ai fini dell’esecuzione da parte delle forze dell’ordine.

Non è così che si affronta un’emergenza, la cui soluzione è invece a portata di mano. Noi torniamo a chiedere che si convochi un tavolo di lavoro interistituzionale, con la presenza della Provincia, del Comune, delle associazioni e di una rappresentanza degli stessi profughi.

I Profughi di via Pietrasantina

Ass. Africa Insieme

Ex-colorificio liberato/Rebeldia

Unione Inquilini-Pisa