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Rifugiati in Serbia vengono “spruzzati con insetticidi” prima di uno sgombero forzato

Emily Goddard, The Independent - 12 maggio 2017

Le autorità Serbe hanno sgomberato circa 1.200 rifugiati da un campo profughi improvvisato in casermoni fatiscenti nel centro di Belgrado, lasciando alcune centinaia di persone completamente a se stesse, inclusi bambini non accompagnati.

Giovedì mattina presto dei funzionari del Commissariato Serbo per i Rifugiati e le Migrazioni hanno detto ai migranti che vivevano nella struttura abbandonata di allontanarsi per permettere la sua immediata demolizione.

Alcuni operatori assistenziali locali hanno descritto l’evacuazione come una “operazione davvero agevole” mentre altri hanno descritto una situazione di “caos”.

Eravamo sconvolti da quanto inumano e disorganizzato fosse questo sgombero” ha dichiarato al The Independent Rosie Johnson, una volontaria dell’associazione benefica SolidariTea. “Il commissariato ha fatto irruzione nell’edificio alle sette di mattina, mentre la gente dormiva, svegliando le persone, colpendole con pali da tenda, smantellando le loro tende mentre le persone erano ancora dentro che dormivano e senza concedere a nessuno il tempo di raccogliere i suoi pochi beni.”

La signora Johnson ha inoltre dichiarato che i funzionari del commissariato hanno indossato guanti durante tutta l’operazione e che sono stati visti mentre si lavavano ripetutamente le mani dopo aver avuto contatti fisici con i rifugiati.

Speravo che i ragazzi [rifugiati] non lo avessero notato”, ha aggiunto. “Ma Zakir si è girato verso di me e ha detto: ‘Rosie, tu e Lily [la sua collega] siete brave persone. Parlate con noi e non vi lavate le mani dopo averci toccato. Perché loro si lavano le mani? Non siamo delle bestie sporche.’ Safi, poi, ha detto semplicemente, ‘Non sono un animale. I Serbi pensano che io sia un animale.

Ivan Miškovićk, portavoce del Commissariato Serbo per i Rifugiati e le Migrazioni, ha dichiarato a The Independent: “Loro [i funzionari] hanno indossato guanti perché dovevano rimuovere bottiglie ed oggetti non alimentari.”

Un filmato risalente a mercoledì, il giorno prima dell’evacuazione, pare mostrare un funzionario in indumenti protettivi e maschera facciale che spruzza ciò che secondo i volontari nella capitale serba è insetticida tossico all’interno delle caserme, mentre i rifugiati e i loro beni erano ancora all’interno.

Era proprio come un’invasione della privacy ed una totale indifferenza verso la loro dignità“, ha detto un medico volontario. “È stato fatto senza alcun riguardo verso la loro umanità. Sono entrati in tutte le stanze ed hanno iniziato a spruzzare una sostanza che poteva essere tossica e pericolosa. L’hanno spruzzata sui loro pochi effetti personali, è stato spaventoso, scortese e indegno.”

Il commissariato ha negato ogni responsabilità nell’uso di insetticidi, dichiarando che non ha “la facoltà di spruzzare nulla”. Ha aggiunto che non può confermare chi è il responsabile dell’atto.

Non sono stati segnalati feriti.

Molti dei rifugiati, di cui gran parte erano ragazzi e uomini soli di origine Afgana e Pakistana, sono stati portati con degli autobus verso campi gestiti dal governo in tutto il paese. Ma ben 400 al momento in cui si scrive rimangono dispersi.

La nostra preoccupazione principale è che nelle prossime settimane molte persone possano finire completamente fuori dai radar“, ha dichiarato Stijn Van der Leest di Help Refugees a The Independent. “Questo è particolarmente preoccupante se si considera che circa il 40 per cento degli abitanti delle baracche è sotto i 18 anni, e perciò costituisce una grande opportunità per i traffici, gli sfruttamenti e gli abusi perpetrati dai contrabbandieri che operano a Belgrado”.

L’organizzazione umanitaria non-profit Are You Syrious? ha anche riferito che un certo numero di rifugiati tornava a Belgrado dopo essere stato trasportato nei campi gestiti dallo stato.

Molti migranti affermano di sentirsi minacciati dall’idea di essere messi in prigione. Inoltre si lamentano delle condizioni di sovraffollamento e del fatto che i loro bisogni fondamentali non vengono soddisfatti adeguatamente nei campi statali.

Ahmed, un ventiquattrenne rifugiato proveniente dall’Afghanistan, ha dichiarato che anche con le squallide condizioni nelle baracche non se ne sarebbe voluto andare, perché per lui erano diventate come una casa. “In quei campi non siamo liberi, viviamo da animali”, dice. “Veniamo nutriti e poi dormiamo e non facciamo altro. Nelle baracche avevamo una vita migliore; vivevamo tutti insieme li ed eravamo liberi.

Il sig. Miškovićk ha riferito che i rifugiati sono stati “trasportati in maniera organizzata in autobus nei centri di accoglienza e di asilo” e che l’intero processo si è svolto “senza il minimo problema o azione indesiderata.”
Lo spostamento dei migranti dalle caserme e da altri spazi pubblici del centro della città di Belgrado si è svolto in maniera altamente umana e corretta, rispettando i diritti umani dei migranti,” dichiara.

“Tutti i migranti, più di 900, sono stati avvisati con una settimana di anticipo e provvisti con informazioni sull’assistenza gratuita disponibile nei centri di accoglienza e di asilo gestiti dal Commissariato per i Rifugiati e le Migrazioni della Repubblica di Serbia. Per di più hanno avuto l’opzione di prendere iniziativa e decidere autonomamente dove essere alloggiati.

“Abbiamo l’impressione che loro stessi si siano resi conto che vivere nelle baracche non era più sostenibile per una serie di motivi. E soprattutto, avendoli spostati da lì li abbiamo protetti dai contrabbandieri e da altre forme di sfruttamento.

Il Commissariato per i Rifugiati e le Migrazioni ha fornito sufficienti alloggi per tutti i migranti. Ad oggi 6.514 migranti alloggiano nei centri di accoglienza e di asilo.”

In seguito all’avvertimento delle autorità Serbe che tutti i migranti che vivevano abusivamente nel centro di Belgrado sarebbero stati trasferiti entro un mese in centri governativi, alcuni rifugiati hanno organizzato uno sciopero della fame per protestare contro lo sgombero e la prevista demolizione.

Il sito delle baracche è stato sgomberato in quanto fa parte di un piano di sviluppo del lungofiume del valore di 2.5 miliardi di sterline. Il cosiddetto Belgrade Waterfront includerà grattacieli, appartamenti di lusso, centri commerciali, alberghi e parchi.

Più di 7.200 rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono stati identificati in Serbia all’ultimo conteggio, secondo l’ultima relazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, pubblicata la scorsa settimana.