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Tratto da NewsRimini.it

Rimini – Scade il piano Emergenza Nordafrica. In 100 rischiano di finire per strada

RIMINI | 06 dicembre 2012 | 15:30
Solo questo chiediamo. Di avere i nostri documenti“. Così Abbas Essotina arrivato dal Togo un anno e mezzo fa. Il 31 dicembre lui, insieme a molti altri, rischia di trovarsi in mezzo a una strada. In quella data scade il Piano emergenza nordafrica, attivato un anno e mezzo fa con il susseguirsi degli sbarchi per la situazione in Libia. Sono circa un centinaio le persone sul territorio della Provincia di Rimini in attesa di uno stato giuridico definitivo che ora perderanno la protezione sociale che il territorio ha messo in campo per l’accoglienza. Vengono dalla Nigeria, dal Ghana, dal Togu: a seconda della situazione dei paesi di provenienza, alla Commissione territoriale competente hanno rivolto domanda di asilo: asilo politico, o di protezione internazionale, o sussidiaria, o per motivi umanitari.
Un iter lungo e complesso, in cui di mezzo spesso ci si mettono ricorsi ai tribunali, o impugnazioni da parte del Ministero dell’Interno. E così, ad esempio, su 72 persone oggi seguite dalla Cooperativa Cento Fiori, solo due si sono viste riconosciute una protezione. In otto non hanno neppure avuto ancora un’audizione con la Commissione.
Quella che si prospetta è un’emergenza nazionale, frutto dello sfasamento tra i tempi individuati per la protezione sociale e quelli giuridici. Sono ventimila i profughi accolti all’interno del piano emergenza Nord Africa. Di fatto dal primo gennaio non saranno clandestini, avranno un documento temporaneo, continueranno ad usufruire di alcuni servizi, come l’assistenza legale, ma dove andranno a stare se vengono chiusi i contratti con le cooperative?
Senza un permesso definitivo in pratica non possono muoversi o lavorare. Oltre a una casa, in questo anno e mezzo hanno avuto la possibilità di fare corsi di italiano, e stage per imparare un mestiere. Ma oggi le istituzioni locali e quelle stesse cooperative diventano obiettivo delle loro proteste, anche se le responsabilità stanno a livello del Governo centrale. Da lunedì i migranti daranno vita a tre giorni di sit-in manifestazioni in centro a Rimini: in piazza Tre Martiri, piazza Cavour e via Cairoli, di fronte all’ufficio immigrazione della questura.

Intanto a livello locale sarebbero in corso colloqui tra le realtà che operano nel sociale e le amministrazioni locali per attivarsi in vista del 31 dicembre: il problema è che senza sapere esattamente quando i documenti arriveranno, e queste persone potranno camminare con le loro gambe, è difficile programmare gli interventi.