Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 31 luglio 2003

Rivolta con fuga dal cpt di Cinzia Gubbini

Torino, scappano 22 migranti, 11 riacciuffati. An: i militari nei centri

Per undici di loro è ancora libertà, per gli altri unidici la fuga è durata poco e sono stati quasi subito riacciuffati dalla polizia. 1,30 di martedì mattina nel centro di permanenza di corso Brunelleschi a Torino: ventidue “ospiti” riescono a scavalcare i muri di recinzione alti otto metri e a guadagnare l’uscita. La fuga – anche se la questura precisa che si tratta di “allontanamento”, poiché le persone non sono ufficialmente detenute – è stata l’atto finale di una lunga serata, quella di lunedì, che ha visto di nuovo al centro della vita civile torinese una manifestazione per chiedere la chiusura della struttura, con la partecipazione del gruppo rifugiati del social forum locale, del tavolo migranti del social forum nazionale e dell’area dei disobbedienti.

Un centinaio di persone hanno sfidato il caldo del 28 luglio e fino alle undici di sera hanno sostato di fronte ai muri. Nel pomeriggio erano entrati a far visita ai migranti un gruppo di consiglieri regionali: Marisa Suino (Ds), Rocco Papandrea (Prc) e Enrico Moriconi (Verdi), che dall’inizio dell’anno fanno parte di un gruppo di monitoraggio – praticamente unico in Italia – sulla vita del centro, e che ha già denunciato numerose irregolarità. Quando i consiglieri sono entrati è scoppiata una sorta di rivolta: materassi incendiati e qualche rete divelta. Al di fuori la manifestazione in favore della libertà dei migranti è stata molto forte, tant’è che alcune persone sono riuscite ad arrampicarsi sui muri e a mostrare ai detenuti gli stricioni con su scritto: “Chiudiamo tutti i centri”. Il giorno prima un gruppo del No border camp che si è svolto a Lecce era entrato nel cpt di Bari Palese, favorendo la fuga di una quindicina di persone: la dimostrazione della crescente pressione affinché questi luoghi vengano defintivamente eliminati. La consigliera dei Ds Marisa Suino e il consigliere di Rifondazione Papandrea sottolineano la invivibilità del centro (grandi gabbie con container all’interno adagiati su una spianata di cemento) e Papandrea sottolinea come «nonostante le nostre visite permane la condizione di ingiusta detenzione». “In questo anno è stato fatto un lavoro molto importante sui centri di permanenza – evidenzia Giovanni Amedura del tavolo migranti – anche nelle pratiche si è riusciti a dare risposte più incisive, e a far passare il messaggio che i cpt devono sparire”.

Che la gestione di questi luoghi, rappresi intorno a un principio di illegalità (detenere chi non ha commesso reati), sia sempre più complicata lo dimostra l’interrogazione presentata ieri da un deputato di An, Ghiglia, che per assicurare maggiore controllo propone l’utilizzazione di militari di leva e la costruzione di “stabili in muratura”. Il Sap, sindacato di polizia, invece protesta: “Vogliamo essere esonerati dalla vigilanza di questi centri – dichiara il segretario generale, Filippo Saltamarini – si tratta di una funzione confusa, per cui dobbiamo “custodire” persone non detenute e che tuttavia non si possono allontanare”.