Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Mercoledì 27 marzo, ore 18, Esc-Atelier, Roma

Roma – Vite in Emergenza. Video inchiesta all’interno dell’Emergenza Nordafrica nel Lazio

di Esc-Infomigrante

A 20 mesi dall’inizio dell’ennesima eccezione italiana, denominata ufficialmente “Emergenza Nordafrica”, con cui il governo italiano ha risposto allo scoppio delle Rivoluzioni Arabe e alla conseguente ridefinizione delle rotte migratorie che attraversano le coste africane, stiamo assistendo al suo “eccezionale” smantellamento, ugualmente privo di regole e altrettanto incapace di tutelare i diritti dei migranti.

La video inchiesta “Vite in emergenza” cerca di cogliere genesi e sviluppo del duplice fallimento che le misure d’urgenza hanno prodotto, dal momento stesso in cui sono state messe in pratica dalla Protezione Civile. Luoghi inadatti all’accoglienza sono stati adibiti senza regole e senza requisiti a centri per rifugiati, imponendo, di fatto, nuovi standard di accoglienza definiti decisamente al ribasso. Personale qualificato (giovane, laureato e alla disperata ricerca di lavoro/reddito), precario e sottopagato è stato reclutato “emergenzialmente” dalle cooperative vincitrici degli appalti per la gestione dei centri (appalti assegnati in circostanze non sempre troppo chiare).

L’occasione di presentare e condividere il lavoro di inchiesta realizzato in alcuni dei centri della Regione Lazio durante questo anno e mezzo, stimolati dall’entusiasmo iniziale per la Primavera Araba e per la successiva riapertura della “porta Mediterranea” di accesso all’Europa, cioè l’isola di Lampedusa, arriva immediatamente dopo la fine ufficiale dell’emergenza e nel pieno di una nuova eccezione. Tale nuova eccezione consiste nella chiusura dei centri e nel necessario ricollocamento degli ospiti. Mentre in molte regioni i rifugiati sono già stati sbattuti per strada, infatti, nel Lazio i centri rimangono ancora aperti in un limbo che non lascia intravedere nessuna soluzione razionale. Questa situazione risulta ancora più grave nel caso dei minori ospitati nei centri della capitale: pur di risparmiare qualcosa sulla loro accoglienza, infatti, sono stati avviati proprio in questi giorni nuovi controlli per accertarne l’età e cacciare coloro che hanno superato i 18 anni.

Lottare per un’accoglienza degna, quindi, non può ridursi alla richiesta di nuove proroghe. Al contrario, è necessario considerare il fallimento dell’Emergenza Nordafrica come base sulla quale rinegoziare e ridefinire le condizioni di accoglienza di coloro che cercano protezione e rifugio in Italia, un’accoglienza che abbia come obiettivo primario il rispetto della dignità dei migranti e il loro inserimento sociale. A tal fine, crediamo che il primo passo necessario sia la condivisione e la messa in rete delle informazioni sui centri e su quello che sta avvenendo in tutto il territorio della penisola. Occorre evitare che, nella migliore delle ipotesi, il tutto si risolva in contrattazioni singole tra “privati” che puntano al minimo della qualità e al massimo del guadagno.

La presentazione ad Esc Atelier, il 27 marzo alle ore 18, per discutere insieme le possibili mobilitazioni per un’accoglienza degna e per la tutela dei diritti di tutti.