Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Rovigo – Protesta dei profughi ostaggio della burocrazia: sit in a Porto Viro e incontro dal Prefetto

Porto Viro – In piedi o seduti sulle strisce pedonali, uno striscione in mano e una nuvola di cittadini intorno che li osserva. Così si è svolta la protesta dei ragazzi ospiti a Porto Viro in attesa del riconoscimento della protezione internazionale da parte della commissione territoriale, al centro, proprio in questi giorni, di un’azione di riorganizzazione sull’asse Gorizia-Verona-Padova. Il motivo del contendere sono le lungaggini burocratiche, le estenuanti attese, le risposte lacunose. Per molti si tratta di incomprensibili barriere verso il ricongiungimento con amici e familiari sparsi in tutta Europa.

La loro protesta è stata pacifica e silenziosa per far parlare di un problema concreto sul quale, c’è da scommetterci, qualcuno è già pronto a fare bieca strumentalizzazione. In campagna elettorale, del resto, sono in tanti a dare il peggio di sé ed a passare, con l’eleganza di un elefante in una cristalleria, sopra alle storie di uomini con un passato di dolore e senza appigli per il futuro. Che la questione sia spinosa è cosa nota, il problema ora è capire se la burocrazia ingarbuglierà ulteriormente la matassa.

Mentre nel delta i ragazzi, “quasi tutti malesi e di età media intorno ai 25 anni” spiega Carlo Zagato presidente di Porto Alegre, la cooperativa che si occupa del loro inserimento sociale, per un paio d’ore hanno manifestato pacificamente all’incrocio tra via Zara, via Battisti e corso Risorgimento, senza creare disordini o tensioni di alcun genere, una loro delegazione ha raggiunto Rovigo dove è stata ricevuta in Prefettura.

Anche in questo caso, tutto si è svolto in maniera più che pacifica: il prefetto Francesco Provolo li ha accolti e loro, con estrema serenità, hanno illustrato i motivi della mobilitazione. “In pratica – riporta Zagato – sono in attesa che la commissione territoriale che li dovrà valutare individualmente per il riconoscimento della protezione internazionale li convochi. Di norma questa procedura si avvia in pochi mesi ma i nuovi arrivi hanno fatto dilatare i tempi”.

Come detto, il progetto di gran parte dei ragazzi è quello di lasciare l’Italia appena possibile, cosa che non possono fare senza le carte in regola. Vogliono poter circolare liberamente per raggiungere i parenti nel nord Europa. Al momento a Porto Viro si trovano circa 60 immigrati. Alcuni di loro sono stati sistemati all’hotel Delta park, altri a Villaregia. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale, ed in particolare l’assessore Tania Azzalin, ha presentato un progetto di inserimento sociale in collaborazione con varie associazioni locali che prevede il loro impiego in lavori socialmente utili non retribuiti.

E proprio dall’amministrazione comunale di Porto Viro, che non è coinvolta nelle decisioni relative al flusso di persone ospitate in città (ad occuparsene sono la Prefettura e la Questura inseme alla cooperativa Porto Alegre), ribadiscono che la protesta si è svolta, sotto gli occhi di Polizia, Carabinieri e Polizia locale, in modo sereno salvo qualche piccolo disagio al traffico.

Elisa Barion

Tratto da Rovigo in diretta del 26 febbraio 2015