Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Seconda Carovana per la libertà di movimento a Barcellona 23-25 giugno

Lunedi 26 giugno, ore 13 - Le autorità spagnole stanno procedendo al rilascio degli attivisti arrestati dopo l'azione pacifica di smontaggio del CPT, sabato scorso.

Sabato 24 giugno – arrestati 57 attivisti dopo un’azione pacifica di smontaggio del CPT di Barcellona. Lunedi saranno davanti al giudice.
In mattinata, i partecipanti alla Seconda Carovana per la libertà di movimento hanno compiuto un azione di disobbedienza contro il costruendo CPT, nella zona industriale della città.
Gli attivisti sono entrati, dando vita ad uno smontaggio degli infissi, sanitari, telecamere, ecc. Dal tetto sono stati esposti degli striscioni per rendere pubblica e visibile l’iniziativa, fatta a volto scoperto. All’arrivo della polizia gi attivisti si sono chiusi all’interno della struttura.
Al momento cinquantanove attivisti che hanno preso parte all’iniziativa – tra cui diversi italiani – sono trattenuti all’interno del commissariato di Laverneda.

*Vedi anche:

lunedi 26 giugno

Comunicato IWW – Invisibile Workers of the World

Spagna, corteo anti Cpt. Arrestati 19 italiani

Silenzio sui no-global arrestati

18 de los 59 detenidos por el asalto de la Zona Franca son italianos

domenica 25 giugno

Cinque «disobbedienti» arrestati in Spagna

Trato vejatorio y represion indiscriminada en una acion

59 detenidos por ocupar un centro policial en Barcelona

sabato 24 giugno

Comunicato della Seconda Carovana per la libertà di movimento sui fatti di Barecellona

Detenidas 59 personas por ocupar un centro de inmigrantes

Altri aggiornamenti sul sito di globalproject.info

Appello originale in spagnolo della carovana

Contro le deportazioni, per lachiusura dei CPT, Regolarizzazione senza condizioni di tutti i migranti d’Europa.

A Ceuta (città della Spagna situata nel nord del Marocco), lo scorso settembre sono stati uccisi 11 migranti dalle polizie spagnola e marocchina, mentre tentavano di scavalcare il muro di separazione tra l’Unione Europea e l’Africa. Nel novembre 2005, diverse reti di attivisti – spagnoli, italiani e del resto d’Europa- hanno fatto a Ceuta la prima Carovana europea contro il muro della morte e per la libertà di movimento. Sono stati due giorni di mobilitazioni forti, nei quali ci sono sviluppate azioni di denuncia e incontri in assemblee pubbliche coi migranti trattenutti nel CETI (Centro di Permanenza temporanea semi aperto).

Ma oggi la frontiera non è soltanto a Ceuta. La frontiera non è piú un segno geografico, una linea che suddivide un paese da un altro. Sia chiaro, ormai non è solo un limite geografico, ma un dispositivo di controllo che determina chi, quando e come ha diritti, a quali condizioni. Sono sempre piú chiari i due volti del regime di frontiera: mentre si produce l’esternalizzazione della gestione della frontiera stessa verso i paesi terzi (Il Marocco, la Libia, la Turchia…), il regime di frontiera è sempre più visibile nelle metropoli europee attraverso le strategie di controllo nei confronti dei migranti: check points, detenzioni nelle stazioni di treno e metro, negli uffici postali e tanti altri spazi pubblici, proliferazione dei CPT, deportazioni e minacce.

Barcellona non è un’eccezione; inserita nelle dinamiche economiche transmetropolitane di produzione, essa è dentro lo sviluppo delle politiche che negano il diritto all’esistenza di milioni di persone. Ma Barcellona è anche una città in cui la popolazione migrante è molto numerosa ed è stata lo scenario delle lotte e dei percorsi di autoorganizzazione dei migranti piú importanti e forti della Spagna.

Inoltre, quest’anno sono accadutti a Barcellona due fatti da tenere in considerazione.

Il Comune ha approvato un ordinamento, molto contestato, ispirato dalle politiche di Zero Tollerance, che criminalizza la povertà punendo comportamenti come la vendita in strada, il lavoro sessuale, l’elemosina, altre attivittà di economia informale (lavaggio dei vetri delle automobili agli incrocci, vendita di lattine di birra in strada…) e tutto il resto di attività che vengono definite come “utilizzo abusivo dello spazio pubblico” – includendo tra queste, il volantinaggio, attachinaggio, esposizione di striscioni sui balconi di casa, ecc.- Quindi, la normativa diventa un nuovo fronte della guerra quotidiana contro l’immigrazione e i migranti. Infatti, sono loro che subiscono più di tutti l’applicazione di questo ordinamento.La prossima estate a Barcellona è prevista l’apertura del CPT piú grande della Spagna.La Verneda, il CPT già funzionante in città, è già stato ampiamente criticato da istituzioni internazionali per la difesa dei diritti umani e dai movimenti sociali. Il nuovo CPT, quindi, verrà presentato dal governo come una struttura nella quale i migranti avranno un “trattamento migliore”.

La Carovana.

La carovana vuole essere un passo in avanti verso la costruzione e il rafforzamento dello spazio europeo per la libertà di movimento e per la chiusura dei CPT.Si tratta anche di un nuovo passaggio dentro al percorso iniziato a Ceuta il novembre scorso, che ha un obiettivo principale: la contestazione delle politiche sull’imigrazione e l’aumento del numero di dispositivi di controllo ed espulsione delle comunità migranti dalle nostre città.

La carovana vuol connetere le diverse realtà di attivisti che l’anno scorso hanno messo in piedi la giornata europea per la libertà di movimento del 2 aprile con le realtà migranti autoorganizzate di Barcellona. Proponiamo Barcellona, quindi, come uno specchio nel quale si riflettono un insieme di dinamiche comuni in Europa. Noi vogliamo che questa convocazione abbia una forte risonanza e speriamo anche che abbia continuità in altre città.

Inoltre, quest’anno si sposta dallo Stretto di Gibilterra a Barcellona l’evento Fadaiat che è un azione-evento-laboratorio sui temi del diritto ai saperi e della libertà di movimento. Per una settimana sarà uno spazio di riflessione, di seminari, workshop e centro di media in connessione con la carovana.

Dal 23 al 25 giugno, rimpiremo Barcellona da azioni, interventi sulle frontiere interne, assemblee pubbliche da precari migranti e precari autoctoni… e una grande manifestazione europea che girerà intorno quatro questioni principali:

– Regolarizzazione senza condizioni di tutti gli immigrati che ormai abitano in territorio europeo.

– Libertà di movimento

– Chiusura dei cpt

– Fine dell’esternalizzazione del regime di frontiere.

per info: estrecho.indymedia.org