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Status di rifugiato al richiedente maliano vittima di discriminazione e tortura

Tribunale di Catanzaro, ordinanza del 17 novembre 2017

Foto di Vanna D’Ambrosio - Fight/Right - Diritti senza confini: 16 dicembre a Roma

Il Tribunale di Catanzaro ha riconosciuto lo status di rifugiato ad un cittadino maliano in quanto lo stesso “è vittima di discriminazioni legate alla sua razza ed etnia” ed “ha subito gravi forme di tortura provenienti da soggetti non statali ma che hanno il controllo del territorio del Mali e rispetto ai quali le autorità del suo paese non sono in grado di proteggerlo”.

Infatti, “il rischio che possa ancora subire tali forme di persecuzione è attuale dal momento che i gruppi armati di ribelli continuano a imperversare in tutta la regione di Kidal e nella sua città caduta sotto il controllo dei jihadisti nel marzo del 2012“.

Afferma ancora il Giudice che “nelle fonti internazionali si legge infatti che anche attualmente la situazione socio-politica è estremamente critica a causa della massiccia presenza di gruppi jihadisti che levano continuamente il rischio di attacchi terroristici in tutto il Mali, compresa la capitale Bamako e ancor di più nelle regioni settentrionali del paese (Timbuctu, Gao e Mopti). Non ne sono escluse le regioni centrali e meridionali dove da ultimo si stanno registrando episodi di criminalità sempre a stampo terroristico…“, evidenziando come “gli ultimi mesi sono stati per lo Stato africano i più tumultuosi“.

Nella motivazione della concessione dello status di rifugiato si fa riferimento non solo al terrorismo, ma manche alle “autorità politiche, incapaci di contrastare questo fenomeno” ed ai “casi di uso eccessivo della forza da parte anche delle truppe delle Nazioni Unite […] “; le prime sono accusate “di aver commesso esecuzioni sommarie, torture, sparizioni ed uso di armi da fuoco anche sui manifestanti“.

Dunque alla luce di tale situazione, conclude il Giudice che “deve riconoscersi lo status di rifugiato“.

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Tribunale di Catanzaro, ordinanza del 17 novembre 2017