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Tratto dal sito www.rai.it

Svezia – Immigrati, acido sui polpastrelli per non essere identificati

Sempre più frequenti i casi di extracomunitari con mutilazioni

Centinaia di immigrati in Svezia che hanno fatto domanda di asilo si sono mutilati, con profondi tagli o acido, distruggendo le proprie impronte digitali per evitare che i servizi di immigrazione potessero stabilire se erano transitati per un altro paese europeo dove avrebbero potuto essere rispediti.

“Abbiamo notato delle cicatrici fatte con coltelli o rasoi, e anche impronte totalmente distrutte perche’ era stato usato acido o altri prodotti che hanno irrimediabilmente compromesso le loro mani”, ha dichiarato Bengt Hellstroem, un esperto di impronte digitali dei servizi di immigrazione svedesi. Dal gennaio 2003 l’Unione europea ha messo in funzione il primo sistema di identificazione automatizzata delle impronte digitali di profughi che chiedono asilo e di certe categorie di immigrati clandestini.

La banca dati europea delle impronte digitali si chiama “Eurodac” e servira’ ad applicare la “Convenzione di Dublino” quando si tratta di chiarire quale Stato membro debba esaminare il caso di un extracomunitario che vuole abitare nell’Ue e si sposta tra un paese e l’altro. Secondo i responsabili dei servizi di immigrazione svedesi, su 26.000 impronte registrate dal gennaio 2003, 1.300 non sono identificabili e circa 400/500 richiedenti l’asilo si sono volontariamente mutilati per evitare di essere identificati. La radio svedese ha intervistato un immigrato il quale deluso dalle condizioni di vita in Italia dove aveva fatto domanda, è andato in Svezia e qui, ha raccontato, per sfuggire ai controlli si e’ prima bruciato i polpastrelli.

Nell’ambito della lotta all’immigrazione clandestina, intanto, è nato all’aeroporto di Roma Fiumicino il Centro frontiere aeree del ministero dell’Interno-Direzione centrale dell’immigrazione e polizia delle frontiere. ”Tra gli obiettivi primari che si prefigge la struttura – ha spiegato il dirigente della polaria di Fiumicino, Giulio Maria Staffetti Brugnoli, alla presenza anche di tre dirigenti di polizia giunti appositamente da Francia, Spagna e Germania – e’ quello di giungere ad un’armonizzazione delle procedure per elevare la qualita’ dei controlli di frontiera. Scopo perseguito attraverso lo scambio di informazioni tra gli uffici di polizia posti negli aeroporti internazionali (attualmente in 22 negli Stati membri dell’Unione Europea – ndr), grazie ad un apposito network-informatico, attraverso il quale i Paesi interessati possono dialogare, scambiare informazioni e prevenire la cosiddetta pressione migratoria alle frontiere esterne, e indirizzarne cosi’ il contrasto”.

Per il progetto-pilota di cui l’Italia e’ capofila a livello europeo, e’ stata appositamente creata una rete articolata di Centri che sono, oltre a all’Air borders centre di Fiumicino, il Centro frontiere terrestri (con sede a Berlino), il Centro frontiere marittime (Atene e Madrid), il Centro per la Formazione (Helsinky), e il Centro per l’analisi del rischio (Vienna). Nel 2005 e’ inoltre prevista la realizzazione dell’ Agenzia per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne. ”Oggetto della comunicazione tra diversi i punti di contatto di questa rete – ha aggiunto Staffetti Brugnoli – sono le consulenze relative agli accertamenti sugli stranieri alla frontiera e la realizzazione di rapporti di allertamento relativi a fenomeni in corso, come, ad esempio, la ricerca di terroristi e criminali in genere”.

All’aeroporto di Fiumicino lo staff dell’ Air borders centre e’ composto da personale addetto alla gestione delle comunicazioni, all’analisi dei dati informatici e cartacei pervenuti anche dagli altri centri europei. Periodicamente tali attivita’ si avvalgono anche dell’ausilio di esperti provenienti dagli altri stati membri dell’Unione Europea. Nell’ambito delle attivita’ di repressione dell’immigrazione clandestina a livello internazionale, il Centro frontiere aeree, in collaborazione con le altre strutture europee, ha portato a termine due operazioni. Sono stati rintracciati oltre 400 clandestini e individuate illegalita’ connesse all’utilizzo di documenti di viaggio contraffatti.