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da Il Sole 24ore on line del 26 settembre 2006

Svizzera: è stretta sugli immigrati

Domenica 24 settembre gli svizzeri hanno approvato con quasi il 70% di voti favorevoli due nuove leggi che inaspriscono in modo significativo le norme sul diritto d'asilo e l'immigrazione.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso rammarico per il risultato. Secondo il Consiglio federale la nuova legislazione mira «a porre fine agli abusi del diritto d’asilo e a risolvere i problemi legati al rimpatrio dei richiedenti respinti». Il ministro per la Giustizia e la Polizia, Christoph Blocher (nella foto), in quota all’Udc (un partito di destra populista) ha commentato a Berna l’esito del voto sottolineando che non si tratta di una vittoria personale, ma di un «momento importante, che porta chiarezza». Soddisfatti anche i partiti dei ceti medi, secondo i quali la Svizzera dispone ora di una nuova politica migratoria che punta sul lavoro qualificato e l’integrazione. Unico partito di governo a essersi opposto alle due leggi, quello socialista, ha ammesso la sconfitta: adesso – sottolineano i socialisti – spetta all’Esecutivo rispettare le molteplici promesse sull’applicazione «umana» delle nuove norme.

Esulta la destra di Blocher. Negli ultimi mesi, Blocher aveva spiegato che grazie all’inasprimento della legge sull’asilo la Svizzera sarebbe diventata un Paese meno interessante per gli immigrati clandestini, i lavoratori in nero e i delinquenti. Secondo il ministro, le nuove norme avrebbero comunque garantito protezione alle persone perseguitate. Unhcr e promotori del referendum contro la nuova legge temono che non sarà così. Particolarmente criticata è la disposizione che autorizza le autorità a respingere una richiesta d’asilo se il rifugiato non esibisce entro 48 ore un documento di identità. Secondo l’agenzia dell’Onu, è spesso impossibile per le persone in fuga disporre di tali documenti. Le nuove norme – sottolinea Unhcr – riducono inoltre l’assistenza sociale, che non sarà più fornita ai richiedenti respinti che devono lasciare la Svizzera.

Le leggi approvate consentiranno inoltre l’arresto del candidato all’asilo che, dopo il rifiuto delle autorità elvetiche di accogliere la sua richiesta, si oppone al rimpatrio. Sarà possibile la sua detenzione cautelativa in vista del rimpatrio per un periodo di due anni. A Ginevra, le nuove disposizioni sono passate di misura con il 51,3% dei consensi. Sul fronte opposto il cantone di Svitto, che ha appoggiato in modo deciso l’inasprimento delle norme votando «sì» in otto casi su dieci. In Ticino i voti favorevoli sono stati invece il 66,4 per cento.

Simili i risultati per la legge sull’immigrazione. Approvata con il 68% di «sì», mira a migliorare l’integrazione degli stranieri (circa il 20% della popolazione) e a semplificare alcune procedure. Ma soprattutto chiude quasi completamente le porte della ricca Svizzera alle persone provenienti da Paesi extraeuropei. Per loro l’immigrazione sarà possibile solo se lavoratori qualificati e richiesti dal mercato del lavoro elvetico.