Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Treviso – Sweet home Alabama

Pubblichiamo un comunicato del Centro sociale Django che invita la cittadinanza ad un’assemblea pubblica. E' tempo di scegliere di stare dalla parte dell'umanità.

Treviso, 17 luglio 2015. Oppure Alabama un 17 luglio degli anni 50. Quello che è accaduto negli ultimi mesi lascia sicuramente qualche dubbio sulla realtà e forse anche la collocazione geografica del territorio che viviamo.
Come più volte abbiamo denunciato la gestione dell’accoglienza nella nostra provincia è quanto meno vergognosa. Abbandonati in stazione, ammassati in pochi metri quadrati, relegati in stanzoni luridi all’interno della Caserma Salsa, concentrati in spazi inadeguati. Una strategia della tensione messa in atto dalla Prefettura che è sfociata in scene che ricordano in maniera inquietante i pogrom nazisti.
A Quinto di Treviso è stato inscenato uno dei peggiori episodi razzisti a cui la Marca abbia mai assistito. Il mobilio destinato agli appartamenti che dovevano temporaneamente ospitare un centinaio di profughi viene prima bruciato nella notte, poi sequestrato alla luce del sole e infine l’opposizione all’arrivo del cibo per gli stessi richiedenti.
Responsabili di queste scene ignobili sono stati alcuni appartenenti a Forza Nuova, spalleggiati dai noti razzisti leghisti e da un gruppo di cittadini che ha dimostrato principalmente di avere le idee confuse rispetto alla provenienza dei migranti, alle motivazioni del loro soggiorno, al funzionamento dell’accoglienza e anche ai principi base della solidarietà umana.
E poi ci sono le istituzioni: Zaia che sbraita e non perde occasione per ergersi a difensore dei poveri Veneti (quanti disoccupati/sfrattati/senza tetto italiani, anzi veneti doc ospita il signor governatore nel suo villone?); la prefetessa Marrosu (prefetto pure a Gorizia durante la gestione criminale del noto alle cronache CIE di Gradisca) che abbandona, sballotta esseri umani come animali, che evidentemente gode nell’istigazione della guerra fra poveri(perché mettere 101 persone insieme senza preparare i cittadini che sono continuamente bombardati da notizie false e piene d’odio cosa pensiamo possa generare?), che si sottrae ad ogni tipo di responsabilità e macchina per sgretolare il minuzioso lavoro delle varie cooperative sociali; i troppi sindaci che si rifiutano di accogliere anche solo un paio di persone alzando barricate ridicole verso un’invasione inesistente (immaginiamo se questo 0.06% della popolazione venisse equamente distribuito nel territorio nessuno se ne accorgerebbe).
E poi ben lo sappiamo ci sono gli speculatori.. ed ecco allora che spuntano il CeIS di Vittorio Veneto e i Don Gigetto di turno.
Il 17 luglio 2015 il Centro Sociale Django ha deciso di opporsi in maniera pubblica a tutto questo, con un sit-in davanti all’ingresso di uno dei centri di potere responsabile di tutto ciò: la Prefettura.
La gestione di un blocco pacifico, paragonabile decisamente ad un atto di disobbedienza civile, da parte delle forze dell’ordine ha a dir poco dell’incredibile. Violenza, manette, voli di calci e pugni, attacchi ad attivisti e giornalisti. 37 persone fermate, trattenute in Questura per più di quattro ore con una sospensione chiara dei diritti di chi è stato fermato per un’identificazione nonché la richiesta di arresto per 5 compagni.
Non si può più essere indifferenti. Accettare il silenzio o le mezze parole insufficienti e intimidite delle cosiddette forze democratiche non è ulteriormente praticabile. Questo è un appello a tutti e tutte, un appello per opporci alla guerra all’umano che avviene all’interno e all’esterno dei confini nazionali. Per metterci in marcia e rivendicare e praticare la dignità della vita, la vita di tutti, per rimettere ordine in una narrazione delirante. Non è l’ora delle defezioni, dell’opinione da tastiera ma della costruzioni di percorsi solidali dal basso, di istituire comune e luoghi decisionali aperti e democratici.
La situazione è concitata, nelle prossime ore e nei prossimi giorni lanceremo momenti di discussione e di mobilitazione; cambiamo il verso della nostra storia.
Non c’è più tempo!

Dunque invitiamo tutti a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà presso il c.s.o. Django domenica 19 luglio alle ore 20.45