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UE, nuovi investimenti per programmi militari di chiusura delle frontiere

Tratto da Inter Press Service – News Agency

L’Unione Europea sta varando un nuovo sistema di gestione delle frontiere incentrato su un maggiore controllo dei flussi migratori che, come si può vedere, andrà a beneficiare le grandi agenzie di sicurezza e le industrie di armi.

Frontex, l’agenzia Europea che si occupa del controllo delle frontiere, ha finanziato i maggiori produttori di sistemi di sicurezza e di armi perchè presentino i loro prodotti durante le dimostrazioni. Secondo la press agency IPS, i dipartimenti delle polizie di frontiera nazionali hanno partecipato a queste dimostrazioni nel ruolo di potenziali acquirenti.

Le aziende hanno proposto la dimostrazione di aerei pilotati a distanza (droni) ad Aktio, in Grecia, lo sorso Ottobre. Tredici aziende e consorzi (Israel Aerospace Industries, Lockheed Martin, FAST Protect AG, L-3 Communications, FLIR Systems, SCOTTY Group Austria, Diamond Airborne Sensing, Inmarsat, Thales, AeroVision, AeroVironment, Altus, BlueBird) hanno presentato soluzioni teconologiche per la sorveglianza marittima.

Frontex ha dichiarato che “il pagamento ricevuto dalle aziende per coprire le spese che hanno dovuto affrontare per partecipare alla dimostrazione di Aktio variava da 10.000 a 198.000 euro”.

Le aziende statunitensi Lockheed Martin, French Thales e Israeli IAI sono tra i maggiori produttori di equipaggiamenti per la sicurezza e per gli armamenti del mondo.

Le dimostrazioni sono parte della preparazione per il lancio di EUROSUR, il Sistema di sorveglianza delle frontiere esterne europee creato per intensificare la cooperazione tra le agenzie di controllo delle frontiere degli stati membri dell’UE, e per promuovere la sorveglianza delle frontiere esterne europee da parte di Frontex, in particolare della costa mediterranea e del confine nordafricano, al fine di controllare la migrazione verso l’Europa.

I piani di sorveglianza ipotizzano la possibilità di utilizzare i droni per individuare le barche con a bordo i migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo.

L’EUROSUR è uno dei due elementi chiave del nuovo sistema di gestione delle frontiere insieme agli “Smart Borders”, che metteranno in atto un “Entry-Exit System” (EES) per identificare gli irregolari sul territorio e un “Registered Traveller Programme” (RTP) per consentire agli individui giudicati ‘in regola’ di attraversare i confini più velocemente. Una volta in atto, il sistema si avvarrebbe principalmente di tecnologie biometriche e di un database che raccolga informazioni personali sui viaggiatori.

Un pacchetto di leggi con le linee guida dell’EUROSUR è stato approvato a metà Novembre 2012 dal comitato per le libertà civili del Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, l’esecutivo della UE. Intanto i preparativi per l’EUROSUR continuano, senza però essere resi pubblici.

Le dimostrazioni degli equipaggiamenti militari sono indicatori significativi della costante costruzione di un nuovo sistema di gestione delle frontiere promosso dalla UE. Tra il 2014 e il 2020, gli stati membri saranno incoraggiati ad acquistare tali equipaggiamenti, con un supporto finanziario proveniente dal budget dell’UE.

La stima della Commissione è che la creazione dell’EUROSUR potrebbe costare fino a 338 milioni di euro. “Borderline”, uno studio sul nuovo regime di sorveglianza dei confini della UE pubblicato dalla Heinrich Boll Foundation, afferma che i costi potrebbero “facilmente” levitare fino a 874 milioni di euro. La Commissione nega le stime più elevate.

Per quanto riguarda l’iniziativa degli “Smart Gates”, la Commissione stima 400 milioni di euro per l’avviamento del progetto a cui si aggiungeranno 190 milioni di euro annui per i costi operativi.

Secondo “Borderline”, “nonostante l’assenza di qualsiasi bozza di legislazione, o di un accordo in cui si parli di introdurre gli smart borders in Europa, la Commisione ha già stanziato 1,1 miliardi di euro per lo sviluppo di un EES e di un RTP, presi dal fondo per sicurezza interna dell’UE (Internal Security Fund 2014-2020).”

L’Internal Security Fund è stato progettato per diventare un nuovo componente del futuro budget dell’UE (2014-2020), in sostituzione del già esistente External Border Fund. Secondo una proposta della Commissione, L’Internal Fund ammonterà a 4.648 miliardi di euro annui, e avrà tra le sue priorità strategiche “il finanziamento per l’istituzione dell’EES e dell’RTP”, insieme all’introduzione e l’avviamento dell’EUROSUR, in particolare attraverso “l’acquisto di equipaggiamenti, infrastrutture e sistemi da parte degli stati membri”.

Inoltre, l’Internal Fund “aumenterebbe il potenziale operativo dell’Agenzia Frontex, invitando gli stati membri a destinare risorse aggiuntive ai loro programmi per gli equipaggiamenti specializzati, che sarebbero a disposizione dell’Agenzia per le sue operazioni congiunte”.

A inizio Dicembre, il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’Internal Security Fund. Ora serve sola l’approvazione del Consiglio perchè diventi operativo; gli stati membri dovranno prendere una decisione definitiva sul nuovo budget dell’UE a Febbraio 2013

“La politica europea di sicurezza delle frontiere sta andando nella direzione sbagliata”, ha spiegato l’Europarlamentare Verde Ska Keller all’IPS. “In un contesto di crescenti tagli alle risorse e misure di austerità, è impensabile che l’UE decida di spendere milioni di euro per gli smart gates e per le altre tecnologie di sorveglianza. Ed è ancora più vergognoso che i veri beneficiari dell’EUROSUR e degli smart borders saranno i grandi appaltatori europei di equipaggiamento militare.”

Di Apostolos Fotiadis e Claudia Ciobanu
www.ipsnews.net
Traduzione di Rosa Monicelli