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USA – Peggio che nel West

C’è l’opposizione dei proprietari terrieri, degli ambientalisti, dei nativi americani, nonché quella di molti politici locali. E la costruzione va avanti a rilento, in ritardo rispetto ai tempi prefissati. Così, per completare l’innalzamento del muro anti-clandestini al confine tra Stati Uniti e Messico, l’amministrazione Bush ha giocato la carta del colpo di mano legislativo. Sfruttando una possibilità concessa dal Congresso, il governo ha approvato ieri oltre trenta deroghe a leggi e regolamenti in vigore, che gli consentiranno di velocizzare la costruzione del muro in barba a tutte le cause giudiziarie aperte dai gruppi che si oppongono alla recinzione.

Il blitz. La mossa di Washington, nelle intenzioni, permetterà di aggiungere 429 chilometri di barriera “bloccati” da ostacoli a livello federale, statale e locale, dalla California al Texas. In tutto, se si volessero rispettare i tempi previsti dalla legge del 2006 ,che ha disposto la costruzione del muro, servirà innalzare 580 chilometri da qui a fine anno, mentre finora ne sono stati costruiti solo 497. Quando sarà completata, la barriera coprirà circa un terzo dei 3.168 chilometri di frontiera tra i due Paesi.

Progetto controverso. Il piano di sigillare il confine per limitare l’afflusso di migranti ha scontentato molti abitanti delle zone limitrofe. Proprietari terrieri hanno fatto causa per negare al governo l’esproprio dei loro appezzamenti, o chiedendo indennizzi più cospicui. Gruppi a difesa dell’ambiente sostengono che il muro, tagliando di netto l’habitat naturale di molti animali, metterebbe alcune specie a rischio di estinzione. Tribù di nativi americani hanno accusato il governo di voler passare sopra le loro terre, compresi alcuni luoghi di sepoltura. E politici delle zone di confine, in Texas e Arizona, accusano regolarmente l’amministrazione Bush di arroganza nella gestione del problema, perché decide senza consultarsi con loro. Ma la costruzione del muro va a rilento anche su altri fronti. Qualche settimana fa il governo ha dovuto ammettere che l’installazione della “recinzione virtuale” – un sistema di sensori e telecamere iper-tecnologico nonché costoso – su un tratto della frontiera, non sarebbe finita prima del 2011, anziché entro quest’anno come previsto.

Gli effetti. Grazie alle deroghe, i tempi dovrebbero sveltirsi. Per esempio, in alcune aree dove la costruzione sarebbe dovuta partire solo dopo alcune valutazioni preliminari di sostenibilità, ora si potrà cominciare a erigere il muro prima che questi esami – sugli effetti per l’ambiente, la fauna e la qualità delle acque – vengano condotti. “In un certo senso, il confine ora è più senza leggi di quando gli americani hanno iniziato la corsa verso il West”, ha commentato il presidente del gruppo ambientalista Defenders of Wildlife, Rodger Schlickeisen. Il segretario per la Sicurezza interna, Michael Chertoff, non sarà probabilmente d’accordo. Anche perché una volta perorò la causa del muro spiegando che sarebbe stato una cosa positiva per l’ambiente: perché i clandestini, attraversando il confine, sporcano.

Alessandro Ursic