Prendendo spunto da uno sciopero transnazionale di migranti negli Stati Uniti l’iniziativa del Primo Marzo si è diffusa in Europa e in Italia come giornata di protesta di massa per i diritti dei migranti.
Questa giornata rappresenta un momento di riflessione e impegno contro le discriminazioni e lo sfruttamento nei confronti dei migranti: esistono dei diritti, che valgono per tutti gli esseri umani che non possono essere differenziati o negati sulla base di confini territoriali o di appartenenze etniche, culturali e religiose.
Perché un Primo Marzo al Brennero
Il Brennero oggi è uno dei confini interni dell’Europa, che mette a fuoco alcuni nodi problematici della politica e della pratica d’asilo e d’accoglienza europea. Accordi bilaterali di riammissione tra l’Austria e l’Italia, così come il Regolamento Dublino III, stanno alla base dei respingimenti: nell’anno 2014 sono state quasi 6.000 persone respinte per mano della polizia austriaca. Dal novembre 2014 si sono intensificati i controlli trilaterali di polizia tedesca, austriaca e italiana lungo la cosiddetta “rotta
del Brennero“ realizzati sul territorio italiano, per fermare le persone prima che possano raggiungere il Brennero, in particolare a Bolzano.
Raccolta firme
A partire dalla situazione al confine italo-austriaco del Brennero, vogliamo sostenere l’appello della Rete per il Primo Marzo 2015, ed in accordo con questo, chiediamo l’instaurazione di corridoi umanitari e la revisione della legge delle normative che governano il diritto di asilo. Attraverso la raccolta di firme intendiamo affermare la necessità di ripensare ad un altra Europa e dar voce alla società civile che chiede nuove risposte ai decisori politici a livello locale, nazionale ed europeo.
In particolare chiediamo:
all’Europa
– Vie legali e sicure che permettano ai richiedenti asilo di raggiungere l’Europa senza rischiare la loro vita.
– Sospensione del regolamento (Dublino III) che obbliga le persone a presentare la loro domanda di protezione internazionale nel primo paese UE di arrivo e che obbliga, contemporaneamente, solo i paesi UE ai confini esterni ad accoglierli.
– Efficaci ricongiungimenti familiari anche all’interno dell’Europa.
– Libertà di movimento e libera scelta di residenza e lavoro per titolari di protezione all’interno dell’area Schengen all’Italia
all’Italia, all’Austria e alla Germania nel contesto della cooperazione transnazionale
– Sviluppo della cooperazione intraeuropea in ambito della solidarietà e dell’accoglienza.
– Accesso pubblico agli accordi che regolano le pattuglie trilaterali della cooperazione
transazionale di polizia nel cosiddetto “contrasto all’immigrazione clandestina“.
– Controlli senza “racial profiling”.
all’Italia
– La creazione di un sistema di accoglienza funzionante capace di garantire anche percorsi diintegrazione
all’Austria – Tirolo
– Consulenza legale indipendente nel centro profughi a Plon
all’Alto Adige
– Adesione alla legge vigente e abolizione da parte della Questura di Bolzano del requisito del domicilio per poter presentare una domanda di protezione internazionale in provincia di Bolzano.
– Adesione della Provincia Autonoma di Bolzano alla Rete degli Enti locali SPRAR.
– Assistenza e orientamento legale per le persone fermate dalla polizia oltre alla stazione del Brennero anche nella stazione di Bolzano.
– Accessibilità ai posti letto dell’emergenza freddo per le persone fermate in orario serale e accoglienza notturna per soggetti vulnerabili.
Diritti uguali per tutti!
Promotori dell’appello in Alto Adige Sudtirolo:
Fondazione Alexander Langer Stiftung, Organizzazione per Un Mondo
Solidale – oew, Rete dei Diritti dei Senza Voce,
Associazione Porte
Aperte, Nevo Drom, Biblioteca Culture del Mondo, Consulta Immigrati/e
Bolzano.