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Da giorni circa un centinaio di migranti bloccati alla frontiera tra Italia e Francia

Ventimiglia – “Noi non torneremo indietro”

Disobbedienza Migrante, un brivido rivoluzionario attraversa l'Europa

La polizia ha provato a sgomberarli, ma alla fine i blindati hanno dovuto fare marcia indietro di fronte alla resistenza di circa un centinaio di migranti che hanno occupato la scogliera a Ponte San Ludovico (Ventimiglia).

Persone, sogni, speranze: tutti bloccati alla frontiera mentre cercano di attraversare l’ultimo ostacolo che li porterebbe dritti in Francia; ma qui non si parla soltanto di quel limite rappresentato dalle forze dell’ordine schierate al confine, qui si parla soprattutto di quelle numerose controversie che a livello politico si stanno accendendo intorno alla scomoda questione dei migranti.

Da una parte il classico e ormai scontato teatrino della Lega Nord che sputa slogan razzisti alimentando il sentimento dell’odio che sempre di più – ultimamente – dilaga in Italia, dall’altra vediamo il sempre più crescente imbarazzo dei leader europei che non sanno tutt’ora come affrontare l’”emergenza immigrazione”, creando un empasse in cui la responsabilità è scaricata ogni giorno in mani diverse. Come se non bastasse non poteva mancare la comparsata da parte di un gruppetto di neonazisti francesi che hanno inscenato una ridicola protesta soffocata sul nascere. (Un gruppo di tredici neofascisti francesi di Generation Identitaire)

Quello che sta succedendo a Ventimiglia è emblematico, e ci dà una chiave di lettura interessante per osservare da un altra prospettiva il vero portato di migliaia di persone che stanno attraversando l’Europa.

L’elemento della disobbedienza all’ordinamento legislativo europeo è fondamentale per avere questo sguardo diverso, una disobbedienza spontanea contro leggi che sono intrinsecamente ingiuste.

All’ingiustizia delle leggi in vigore, migliaia di migranti stanno rispondendo facendo valere il loro diritto alla libertà, alla libertà di muoversi, alla libertà di scegliere dove andare e dove fermarsi, lo fanno con gli unici strumenti che hanno a disposizione – i loro corpi e le loro menti – soprattutto nel momento in cui le tante parole spese per richiedere un diritto all’accoglienza degna mai sono state prese in considerazione.

Se ci immaginiamo una barricata (anche se il concetto di mobilità stride con questa rappresentazione) dalla stessa parte dei migranti ci sono tutti coloro che da anni stanno denunciando l’inadeguatezza dell’ordinamento italiano ed europeo, il quale ha la presunzione di regolare i flussi migratori. Il testo unico sull’immigrazione italiano ne è un esempio lampante: legiferare che chi voglia entrare in Europa, debba fare domanda di lavoro mentre si trova all’estero ed aspettare il nulla osta per entrare in territorio italiano è semplicemente ridicolo.

Le azioni di disobbedienza si moltiplicano nel nostro continente, attraverso l’occupazione di case, o mediante l’organizzazione dell’attraversamento delle frontiere (non parliamo dei passeur a pagamento, ma di tutti coloro che con spirito solidaristico hanno aiutato tantissimi migranti a passare i confini interni ) o in mille altre forme che hanno tutte la stessa caratteristica, ovvero di essere solidali e compartecipi a questo senso comune di giustizia.

Dall’altra parte della barricata invece stanno tutti quei movimenti razzisti e xenofobi che avvelenano l’Europa, ci stanno tutti quei governi che hanno una visione miope del futuro.

Basta leggere l’agenda europea sull’immigrazione per rendersi conto di questa limitatezza, perché ipotizzare il “collocamento “ di ventimila persone o poco più, a fronte di centinaia di migliaia di arrivi ogni anno dà l’idea di quanto non si voglia dare una risposta vera a quello che sta succedendo.

I governi hanno ancora l’ipocrisia di gestire i movimenti migratori con leggi repressive, e di riconoscere solo ad una piccola parte di essi la legittimità di restare sul territorio legalmente. Ciò che non vedono è che il “futuro arriva”, per citare una frase scritta sulla lavagna di un corso d’italiano per migranti.

Infatti non arriverà, ma arriva tutti i giorni e cambierà il volto all’Europa (lo stesso sta accadendo in altri parti del mondo come negli Stati Uniti, in Cina, India, Brasile, Emirati etc); il vano tentativo di esternalizzare i confini e di procedere ad espulsioni collettive è destinato miseramente a fallire.

L’Europa e tutti gli altri paesi coinvolti dai processi migratori dovrebbero dar valore a quei principi universali che parlano di accoglienza degna, di fratellanza e di condivisione, piuttosto che alla creazioni di muri e fili spinati. Le generazioni future giudicheranno questi anni in cui si lasciavano morire migliaia di persone in mare per mano di un’Europa repressiva capace di produrre miseria e disperazione.

Per quanto ci riguarda la parte dove stare è chiara, noi stiamo dalla parte dei volontari del mezzanino della stazione di Milano, stiamo con chi tutti i giorni produce solidarietà dal basso, con chi denuncia l’inadeguatezza del sistema di accoglienza (se così si può chiamare), stiamo con chi attraversa le frontiere “clandestinamente”, stiamo con chi si batte per i diritti.

Redazione

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