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da IL Giornale di Vicenza del 25 gennaio 2010

Vicenza – 1° marzo in sciopero, «Fuori da fabbriche e scuole»

Gruppi e associazioni si stanno ancora organizzando. E intanto l’Unione ha deciso. Il 27 febbraio sciopero della spesa. Una manifestazione partirà da Montecchio e arriverà in città. Giallo il colore dell’evento

Non ci sono solo gli schiavi di Rosarno. Il pianeta immigrati ha tanti e tali problemi che nemmeno “gli abitanti” riescono a mettersi d’accordo tra loro.
Comitati, gruppi, alleanze. La sensazione rimane sempre la stessa: ognuno va per strade diverse perché le idee e le iniziative sono ancora in alto mare. Ad organizzare l’incontro nella Casa per la Pac, ieri, era il Coordinamento stranieri guidato da Nyrou Morteza, iraniano, storico protagonista delle battaglie sull’integrazione.
Da tempo in città è nata l’Unione immigrati, voluta da Kondè Odsname, che raggruppa 18 etnie e che fra tutti i gruppi sembra avere le idee più chiare su quanto avverrà il prossimo primo marzo. La giornata in cui gli immigrati, e non solo, dovrebbero manifestare a livello internazionale. Iniziativa lanciata in rete da una cittadina marocchina contro ogni forma di sopraffazione, razzismo e violenza contro i migranti, anche alla luce di quanto accaduto a Rosarno qualche settimana fa.
Se in contrà Mure Porta Nuova il tavolo delle trattative rimane aperto a tutte le ipotesi, l’Unione stranieri esce allo scoperto.
«Lo sciopero della spesa si farà e, precisamente, sabato 27 febbraio, visto che proporlo lunedì non avrebbe molto senso. I nostri figli resteranno a casa da scuola e lo stesso faranno gli operai, naturalmente non si potrà trattare di uno sciopero, bensì di un’astensione sulla quale, naturalmente, ognuno si potrà regolare. Verrà organizzata una manifestazione, non abbiamo ancora deciso se a Vicenza oppure a Montecchio. Forse s’inizierà con una fiaccolata dalla cittadina castellana per poi raggiungere il capoluogo, dove teoricamente dovrebbero convergere i migranti provenienti anche da altre province. Ma contiamo anche sulla presenza di tutte le persone che si sono rese conto che in questo Paese ci sono forme di razzismo evidenti, sommerse e preoccupanti e che in qualche modo devono essere messe in luce anche grazie ad una manifestazione».
In definitiva, gli immigrati si stanno organizzando, i tavoli di “contrattazione” sono aperti un po’ ovunque. Una decisione comune non è ancora giunta in… porto, anche se dal Coordinamento parte una campagna molto mirata: «Cosa succederebbe se 4 milioni e mezzo di stranieri che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? Non andando al lavoro, non mandando i figli a scuola e non facendo la spesa. 1 marzo sciopero generale degli immigrati… E, se a sostenere la loro azione, ci fossero anche i milioni di italiani stanchi di razzismo?». Lo dirà un volantino giallo, come il colore che avrà la manifestazione. Il coordinamento studenti è intenzionato a scendere in piazza accanto agli stranieri.
Ma molte modalità della manifestazione restano da decidere. «Per quanto mi riguarda – conclude Odsname – è giunto il momento di lanciare un messaggio chiaro: ci sarà un ricorso contro la delibera del Comune di Montecchio sugli spazi abitativi e se ne occuperanno i sindacati, perchè non c’è solo la Calabria. La crisi economica al Nord sta spingendo molti migranti all’illegalità: perso il lavoro, non possono rinnovare il permesso di soggiorno e diventano di conseguenza fuorilegge. Non siamo invisibili. Bisogna farlo capire. Indipendentemente da Montecchio, Rosarno, Verona, Padova, Vicenza…. I problemi ci sono dappertutto. Più o meno gravi. Chissà, forse siamo prigionieri di un mito impossibile che ora ha innescato una polveriera di rabbia e delusione. Non siamo qui solo per lavorare. Paghiamo le tasse e vorremmo avere più voce sotto il profilo amministrativo. Inoltre, nemmeno i nostri figli che nascono in Italia sono cittadini di questo Paese».