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Volontari del Baobab: no alla chiusura del centro. Le parole dell’Assessore Danese offendono il miracolo realizzato dal volontariato

In transito. Foto Gian Luca Bertarelli

Il coordinamento dei volontari, che da maggio è attivo presso il Centro Baobab di Via Cupa, ha appreso con estremo disappunto l’ipotesi avanzata dall’Assessore Danese di chiudere il centro di accoglienza. Da Maggio a Luglio sono passati nella struttura, che è stata ed è punto di riferimento per la gestione dell’emergenza immigrati a Roma, oltre 25.000 migranti (la maggior parte eritrei) e, grazie all’aiuto della cittadinanza, che si è mobilitata spontaneamente, sono stati forniti pasti tre volte al giorno, capi d’abbigliamento, assistenza medica e legale e sono stati accuditi numerosi minori.

Alle parole pronunciate dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Francesca Danese, nel corso della sua audizione di ieri presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, si è aggiunta la dura posizione del sindaco Marino, che parla di sovraffollamento del sistema di accoglienza e del rischio TBC tra i migranti. 

Che fine faranno le 650 persone che oggi trovano ristoro nel centro? Quali soluzioni pratiche il Comune ha disposto per i migranti e a tutela della cittadinanza?

Il Baobab non può chiudere. Sarebbe una sconfitta per gli Italiani, per il volontariato spontaneo e proattivo, che si è sostituito alla totale assenza delle istituzioni e dell’amministrazione capitolina, e che lo ha fatto restituendo dignità e sorrisi a una popolazione per troppo tempo rimasta invisibile per la politica nazionale.

La presenza nei giorni passati delle istituzioni nei locali della struttura aveva fatto sperare in un percorso condiviso, che avrebbe portato un apporto significativo e strategico soprattutto in un periodo, come quello estivo, molto critico per il volontariato e per le donazioni. Ancora una volta però si è riscontrato un atteggiamento ostile e miope all’impegno attivo e spesso taciuto di migliaia di persone che in questi mesi hanno offerto un aiuto materiale e umano e che conoscono bene, meglio di ogni altra istituzione, la realtà dei transitanti.

Il Comune di Roma, che in tutti questi mesi non ha creato le condizioni per risolvere il problema nella Capitale, ma anzi ne ha peggiorato la situazione chiudendo la tensostruttura di Tormarancia ad Ostiense e sgombrando l’accampamento di Ponte Mammolo, non ha presentato alternative concrete e da subito disponibili nella capitale.
Il problema sanitario evidenziato dal sindaco e dall’assessore, è argomento su cui si sta già lavorando all’interno del coordinamento dei volontari anche attraverso protocolli con le ASL e con le diverse associazioni attive nel settore.

Il Coordinamento tiene a sottolineare che la volontà di proseguire l’attività del Centro Baobab non è una esigenza velleitaria sentita solo dal responsabile, ma una necessità condivisa da tutti i volontari, proprio a causa dell’assenza di strutture idonee a gestire l’emergenza che Roma sta affrontando: sebbene consapevole che il centro Baobab non incarni l’idea perfetta di accoglienza per transitanti, è però attualmente l’unica reale soluzione messa in campo e riconosciuta dalle comunità di migranti, attraverso il quale sono stati forniti servizi concreti a migliaia di persone. 

Si invita il mondo della politica a mettersi al fianco dei volontari per prendersi cura dei transitanti. Questo potrebbe essere un segnale importante atteso da tempo e un gesto di profondo rispetto nei confronti della cittadinanza inclusiva e generosa che ha messo in piedi un sistema di accoglienza degno di un paese civile e democratico.

Il coordinamento dei volontari del centro Baobab

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