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1° dicembre – Comunicato sulla giornata di lotta alle Poste

Adl Cobas, Razzismo Stop

Nella giornata di sabato primo dicembre si sono tenute le iniziative di lotta davanti alle poste, decise dall’Assemblea nazionale delle Reti migranti e antirazziste riunitasi a Brescia l’11 novembre. In una dozzina di città, da Brescia a Bologna, da Padova a Torino, così come a Catania, Palermo, Milano, Rimini, Parma, Gradisca D’Isonzo (GO), La Spezia, Reggio Emilia, si sono tenuti presidi davanti alle poste o, come è successo a Verona, nella piazza centrale, o davanti al CPT a Gradisca D’Isonzo. Il senso di queste iniziative è stato quello di porre con forza alcuni obiettivi irrinunciabili:
per dire No al protocollo con le poste, per chiedere il decentramento delle competenze ai comuni, per rompere il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, contro la lotteria del decreto flussi, per una sanatoria generalizzata, per la regolarizzazione permanente slegata dal lavoro e dal salario, per chiudere tutti i CPT, contro il pacchetto sicurezza e le ordinanze razziste di vari sindaci.
L’iniziativa più significativa si è tenuta a Verona, dove circa cinquecento migranti si sono impossessati della piazza centrale di Verona, Piazza Bra. Una piazza bella, potente, che rovescia il discorso degli imprenditori politici della paura e che si riappropria del problema della sicurezza.
Cinquecento tra migranti, precari, cittadini per urlare la propria indignazione contro il razzismo, la retorica securitaria che vuol bandire i poveri dalla città, il silenzio dietro il quale si vorrebbe costruire una città del terrorismo e dell’insicurezza. Alcuni immigrati, protetti da un cordone di altri cinquanta si sono incatenati, sotto il Comune del sindaco razzista Tosi chiedono che vi sia un intervento del Prefetto affinché si ponga fine ai rastrellamenti delle forze di polizia municipale e che vengano garantiti tempi celeri per il rinnovo dei Permessi di soggiorno. Dopo un fronteggiamento con la Polizia che intendeva intervenire contro chi si era incatenato, è stata ottenuta la garanzia di un incontro con il Prefetto.
In tutte le altre città, eccetto Gradisca D’Isonzo, dove si è tenuto un partecipato presidio davanti al CPT , vi sono stati presidi molto partecipati davanti alle poste che si sono protratti per varie ore.
Da rilevare, in particolare, l’iniziativa a Padova che ha visto circa duecento migranti presidiare le Poste centrali. Nello stesso giorno, guarda caso, i sindacati confederali hanno indetto una manifestazione regionale contro la tassa delle poste, la Bossi Fini e a favore della proposta di legge Amato-Ferrero. Dopo l’enorme successo della manifestazione di Brescia che ha segnato, per i contenuti e gli obiettivi in essa rivendicati, una forte presa di distanza, sia dalla Bossi Fini, ma anche dalla ipotesi di legge delega Amato-Ferrero, la triplice convocava questa manifestazione a carattere regionale, sostanzialmente, a favore del Governo. Nonostante il grosso sforzo organizzativo messo in atto da CGIL, CISL e UIL che hanno coinvolto anche parte dell’associazionismo istituzionalizzato dei migranti, non sono riusciti a portare in piazza più di duemila persone, con la presenza dell’intero dell’appartato di burocrati e funzionari. Ma l’aspetto più significativo della giornata è dato dal fatto che, quando è passato il corteo dei sindacati, il presidio indetto da ADL e Razzismo Stop ha accolto i migranti con slogan sulla sanatoria e contro anche questo Governo. Tra i migranti del presidio e quelli del corteo si è così creata una forma di condivisione dei contenuti. Il presidio, dopo avere fatto un pezzo di corteo, terminava nuovamente davanti alle poste.

Adl Cobas, Razzismo Stop