Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Ventimiglia: i migranti in marcia verso il confine

Chiedono condizioni di accoglienza più dignitose e libertà di movimento

Alcuni migranti con cui siamo in contatto ci hanno riferito dentro al campo della Croce Rossa, intorno alle ore 19, la polizia si è schierata all’uscita per bloccare il gruppo di profughi riunitosi per manifestare con un corteo pacifico il proprio dissenso verso le condizioni disumane di accoglienza all’interno del centro e chiedere l’apertura del confine. Il blocco ha ceduto e adesso, in più di 500 si stanno dirigendo verso la frontiera.
All’interno del Parco Roja sono attualmente “ospitati” circa 700 profughi, alcuni stipati dentro i container (360 posti) e gli altri costretti a dormire ammassati al di fuori di essi, sempre all’interno dello spazio recintato. I profughi lamentano, da un lato, l’insufficienza di cibo, cure mediche e sistemazioni dignitose all’interno del campo, e dall’altro il costante controllo delle forze di polizia all’interno del campo e l’imposizione del coprifuoco (chiusura dei cancelli) tra le 11 e le 6 del mattino. Ci dicono di essere molto spaventati dalla polizia, soprattutto dopo che Sabato scorso hanno assistito al violento pestaggio di un ragazzo sudanese, denunciato alla polizia da parte di un mediatore culturale CRI perché colpevole di essere entrato nel campo per usare il bagno in orario non consentito e successivamente di aver provato a fuggire.
Chiedono di aprire i confini, di restituire a tutt* dignità e libertà di movimento. Chiedono di essere accolti e non confinati e respinti.
Chiedono a noi tutti ascoltare la loro voce, di aprire gli occhi, di prendere una posizione.
La marcia sarà lunga e difficile. Hanno bisogno di cibo, di acqua, ma soprattutto hanno bisogno di solidarietà, di sapere che il loro non rimarrà un coro isolato, ma che c’è una parte di Italia pronta ad urlare insieme a loro.

Elena Prestt

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