Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

(non) Cittadini pericolosi

di Alessandra Ballerini, avvocato

Nelle ultime settimane diversi miei clienti, di varie nazionalità e che avevano fatto richiesta di cittadinanza italiana per “naturalizzazione”, si sono presentati nel mio studio perché avevano ricevuto una comunicazione ex art. 10 bis L. 241/90 da parte del ministero dell’ Interno – Ufficio Cittadinanza -, con la quale veniva indicato che è intendimento dell’Ufficio notificare provvedimento di rigetto della domanda di cittadinanza italiana atteso che «è emersa la contiguità della S.V. a movimenti aventi scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica». Stessa motivazione per persone diverse. Un provvedimento “fotocopia” in cui si muovono contestazioni tanto gravi dovrebbe invece essere specifico e personalizzato. Ma il Ministero sembra muoversi nell’assoluta vaghezza.

Alla comunicazione dei motivi ostativi non viene infatti allegata alcuna documentazione relativa all’istruttoria esperita dalla pubblica amministrazione e non ne viene fornita nessuna indicazione. In particolare non viene indicata né il movimento a cui apparterrebbero asseritamente i miei clienti, né tantomeno cosa il ministero intenda per “movimento”, né la motivazione dell’asserita incompatibilità degli scopi del “movimento” con la sicurezza della Repubblica. Peraltro i suddetti aspiranti alla cittadinanza italiana si sono sempre visti rinnovare il permesso di soggiorno (taluni sono anche titolari di carta di soggiorno a tempo indeterminato) e pertanto qualsiasi verifica sulla loro “non pericolosità” doveva evidentemente essere già essere stata svolta con esito positivo dalla questura che ha infatti provveduto a rinnovare senza esitazione il loro titolo di soggiorno.

Tutti sono immuni da pendenze penali. Nessuno è di fede cattolica. Ho provveduto a rispondere alle suddette missive della pubblica amministrazione ricordano peraltro che, come sancito dalla nostra Costituzione, «tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume» (art. 19) ed ancora «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (art. 21). Dunque un eventuale rifiuto della domanda di cittadinanza italiana se basata sulla frequentazione da parte dei richiedenti di luoghi di culto diversi da chiese cattoliche o sulla partecipazione ad associazioni che hanno tra gli scopi la promozione delle culture dei loro paesi di origine o comunque di culture diverse dalla “nostra” (ammesso che si possa individuare un’unica cultura italiana) non può che essere discriminatorio ed assolutamente illegittimo perché lesivo dei diritti, inviolabili, alla libertà di culto e di pensiero.

Se il Ministero crede che queste persone, penalmente illibate e regolarmente soggiornanti da anni nel nostro paese e dunque perfettamente “integrate” anche a detta della stessa pubblica amministrazione che ha sempre provveduto a rinnovare i loro titoli di soggiorno, siano pericolosi per la sicurezza della Repubblica, ci dica perché e soprattutto lo dica alle autorità giudiziarie competenti. Se pensa che queste persone siano terroriste occorre che si aprano dei procedimenti penali in modo che la magistratura e le forze dell’ordine possano indagare e se necessario punirle ed in modo che i presunti colpevoli possano difendersi. Ma se nulla di questo accade, se non si tratta comportamenti penalmente rilevanti, allora che cosa il Mministero dell’ Interno ritiene ostativo alla concessione della cittadinanza italiana? E perché non lo dice chiaramente?

Si tratta del fatto che queste persone credono in un altro Dio? O sono portatori di un’altra cultura? Per cosa vanno puniti?
Saperlo renderebbe possibile la loro difesa. Ma il Ministero non risponde e si nasconde dietro il segreto. Io non credo che queste persone siano terroriste. E non voglio crederlo non tanto perché mi fido di loro ma perché voglio fidarmi del ministro dell’ Interno. Voglio credere che se avesse il sospetto che dei cittadini stranieri possano attentare alla sicurezza della Repubblica li fermerebbe subito, li arresterebbe, li processerebbe, li renderebbe innocui, senza aspettare che loro facciano domanda di cittadinanza (ed intanto rinnovandogli il titolo di soggiorno) per sollevare questioni di pericolosità per la sicurezza dello Stato, senza prendere peraltro alcun provvedimento nei loro confronti.

La nostra Costituzione sancisce che nessuno può essere privato per motivi politici della cittadinanza. E la nostra costituzione va rispetta da tutti e nei confronti d tutti. Il vero pericolo per uno stato democratico non è avere dei nuovi cittadini portatori di altre culture ma poteri che violano i precetti costituzionali.

Alessandra Ballerini