Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

‪Video interviste di Over the fortress da Idomeni

Testimonianza del legal team Associazione le Mafalde e Refugees.tv

Foto: i ragazzi di Refugees.tv

Dopo la carovana in Grecia che dal 25 al 29 marzo 2016 ha visitato il campo di Idomeni (confine greco-macedone) la campagna #overthefortress ha attivato diversi progetti grazie ai tantissimi contributi arrivati sul nostro crowdfunding.

In questo momento gli attivisti di #overthefortress ad Idomeni hanno realizzato: il punto corrente, luce e wi-fi, uno spazio delle donne e per le donne, alcune docce e spazi di socialità. Stiamo collaborando con l’infotend per sostenere il servizio di orientamento legale alle migliaia di persone che si trovano ancora nel campo e che non hanno informazioni.

Per spiegare gli sviluppi dei nostri progetti e dare voce a chi quel campo lo vive quotidianamente abbiamo deciso di realizzare la prima trasmissione in diretta su Facebook live che è andata in onda giovedì 12 maggio.

Tommaso Gandini ci racconta la situazione al campo, dove giornalmente viene chiesto ai migranti di trasferirsi in campi governativi di gestione militare. Chi decide di spostarsi spesso torna indietro descrivendo delle vere e proprie prigioni a cielo aperto dove la libertà è limitata. Molti ormai hanno trovato nel campo la propria routine quotidiana creando una microeconomia e garantendo quindi un micro-reddito.

La seconda testimonianza è stata quella all’Associazione Le Mafalde, un legal team di sole donne che ha raggiunto Idomeni e ha iniziato a collaborare con #overthefortress e l’infotend. Mariella e Alba ci hanno raccontato che garantire l’aspetto legale relativo alla condizione dei migranti che si trovano ad Idomeni, non è facile. Alba ci ha riferito del caso emblematico di un siriano scomparso dopo aver provato a superare in confine Macedone insieme ad altre 23 persone.

Mustafa, insieme ad altri ragazzi siriani ha attivato, anche grazie alla presenza del punto wi-fi, il progetto di comunicazione Refugees.tv. “L’obiettivo” – dice Mustafa – “è quello di dare continui aggiornamenti in arabo e in inglese sulla vita al campo e dare voce a chi vive qui. Non permetteremo che ci trasformino in business.

Nella seconda parte di questa diretta live abbiamo ascoltato le storie personali di alcuni migranti che raccontano come sono arrivati fino ad Idomeni e cosa hanno passato per arrivare fin lì. Grazie alla traduzione di Mustafa di refugees.tv abbiamo potuto ascoltare i viaggi di chi è scappato dalla guerra in cerca di diritti, speranza e una nuova vita e in Europa ha solo trovato barriere e confini, un’ Europa fortezza che nega la libertà di movimento. Un’Europa multiculturale nata con l’obiettivo dell’apertura sta adesso marginalizzando nelle zone di confine, chiuse con un “effetto domino” chi è arrivato alla ricerca della salvezza.
Tutti quelli che abbiamo intervistato ci hanno detto la stessa cosa: “In Europa non abbiamo trovato umanità, se non ci fosse stata la guerra nessuno si sarebbe mosso dalla Siria, ma a questo punto meglio la morte nel proprio Paese vicino l’affetto dei propri cari che la vita all’interno di un campo in cui la qualità dei servizi è sempre più bassa e i volontari vengono bloccati se non appartenenti a grosse ONG.”
Quando abbiamo cercato di scappare dalla Turchia avevamo solo una scelta, prendere la barca, e ciò significava solo due cose: morire o arrivare in Europa ed avere una nuova vita, non siamo morti siamo arrivati qui, ma è come se fossimo morti. Arrivare qui non ha fatto nessuna differenza.”

#overthefortress against any borders!