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11 indagati per il centro di accoglienza di Mineo. Ci sono anche il sottosegretario Giuseppe Castiglione e Luca Odevaine

Huffington Post del 12 marzo 2015

La scintilla è l’inchiesta di Mafia Capitale ma anche l’impegno del responsabile anti-corruzione nominato da Matteo Renzi, il magistrato Raffaele Cantone, che dalle indagini capitoline ha estrattoe un giro di appalti sospetti sul centro per richiedenti asilo di Mineo (Catania), il più grande di Europa.

Come anticipa il quotidiano La Sicilia, nelle carte inviate da Cantone alla procura di Caltagirone, competente per territorio, figura anche Giuseppe Castiglione (Ncd), sottosegretario all’Agricoltura, uomo di fiducia di Angelino Alfano, il quale potrebbe ricavare un serio imbarazzo dalla vicenda. Specialmente perché si tratta di immigrazione e il Cara di Mineo è uno dei punti nevralgici dell’accoglienza dei profughi, sempre al collasso.

Castiglione risulta indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta, un atto dovuto dopo la consegna del fascicolo ai magistrati siciliani che dovranno ora stabilire se sono stati compiuti reati nella gestione del centro. Il fatto centrale è un appalto da 97 milioni di euro affidato nel 2014 con un ribasso dell’1%.

Il sottosegretario afferma di non sapere nulla dell’inchiesta: “Lo apprendo dalla stampa, non ne so nulla. Non posso commentare quello che non conosco, ma ho grande fiducia nella magistratura”, ha detto alle agenzie di stampa.

Scrive Il Corriere della Sera:

Castiglione nel 2014 non aveva alcun ruolo, per questo ribadisce di aver sempre agito nel rispetto delle leggi e di riporre fiducia nella magistratura, l’iscrizione al registro degli indagati sarebbe avvenuta per gli incarichi che l’attuale sottosegretario ha ricoperto in passato alla guida del centro rifugiati. Castiglione, da presidente della Provincia di Catania, è stato soggetto attuatore dell’emergenza migranti e nel 2012 ha affidato l’appalto al consorzio Sisifo, che a Catania ha sede in un ufficio preso in locazione dal deputato alfaniano Giovanni La Via. Una “casualità”, ha detto La Via a Reportime, ad effettuare il contratto sarebbe stata “un’agenzia immobiliare”.

Fu Castiglione, in qualità di presidente delle province italiane (Upi), a chiamare Luca Odevaine – un altro degli indagati nella vicenda di Mineo – al tavolo nazionale del Viminale sull’immigrazione, facendone poi un proprio consigliere sulla questione dell’accoglienza dei profughi in Sicilia. Ironia della sorte, è una intercettazione a Odevaine, in carcere per l’inchiesta di Mafia Capitale, a tirare in ballo il sottosegretario alfaniano.

I magistrati di Caltagirone per il momento mantengono il riserbo sull’indagine, ma è trapelato che tra gli altri indagati ci sarebbe la sindaca di Mineo, responsabili delle cooperative che hanno gestito il Cara e funzionari coinvolti nell’aggiudicazione degli appalti.

Compreso l’appalto del 2014 da quasi 100 milioni per la gestione triennale del Cara, affidato a una commissione aggiudicatrice della quale Odevaine entra a far parte cinque giorni dopo essere stato nominato “collaboratore dell’Ufficio Progettazione, gestione e rendicontazione dei fondi europei”.

Ma ci sono anche appalti antecedenti all’attenzione delle inchieste delle Procure di Caltagirone e Catania, quelli quando al vertice del consorzio c’era il sottosegretario Castiglione, il cui attuale incarico governativo è estraneo alle indagini.

Prima in qualità di presidente della Provincia di Catania, soggetto attuatore; poi, quando la competenza nel 2013 passa al ministero dell’Interno, come presidente del “Calatino Terra d’Accoglienza”.

Immediatamente pronto a sfruttare la scena politica, Matteo Salvini ha promesso che lunedì 16 marzo sarà a Mineo per denunciare le malversazioni nella gestione dell’immigrazione.