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150 migranti salvati nel Mediterraneo dalla Alan Kurdi

InfoMigrants, 7 aprile 2020

Lunedì l’equipaggio dell’Alan Kurdi ha salvato un totale di 150 migranti durante due diverse operazioni a largo delle coste libiche. Era stata allertata dalla chiamata d’emergenza dell’organizzazione Alarm Phone, che collega i migranti in difficoltà in mare con potenziali soccorritori.

L’equipaggio ha prima salvato 68 migranti da un’imbarcazione di legno lunedì mattina. Hanno soccorso 82 migranti da un’altra imbarcazione lunedì pomeriggio. Su Twitter, l’organizzazione che gestisce la Alan Kurdi – l’organizzazione non governativa (ONG) tedesca Sea-Eye – ha dichiarato che tra le persone salvate c’era una donna incinta.

La maggior parte dei migranti sulla prima barca, secondo Sea-Eye, venivano dal Bangladesh, alcuni da Siria, Ciad e Sudan. È stato riferito che 20 persone erano minori.

In un comunicato stampa, Sea-Eye ha sostenuto che le autorità libiche hanno cercato di ostacolare il primo salvataggio. Hanno detto che un motoscafo con bandiera libica si è avvicinato alla loro nave umanitaria ad alta velocità e che sono stati sparati dei colpi da parte dei libici. Questo, hanno detto, “ha velocemente portato all’aggravarsi di una situazione d’emergenza. Circa la metà delle persone sul barcone sovraffollato si è tuffata in acqua.” Hanno raccontato che quando le cose si sono calmate sono riusciti a salvare tutti i migranti. Sea-Eye ha raccontato che una nave ausiliaria italiana – l’Asso Ventinove – ha rifiutato di soccorrere i migranti sulla seconda barca.

Alla ricerca di un porto di sbarco

La nave sta cercando un porto di sbarco. Trovarne uno potrebbe essere difficile dato che la maggior parte dei Paesi europei stanno lottando per fronteggiare la pandemia del nuovo coronavirus.

In un comunicato stampa, Sea-Eye ha riferito che Italia e Malta hanno già negato il permesso di entrare nei loro porti all’Alan Kurdi, menzionando le emergenze di sanità pubblica nei loro Paesi.

L’Alan Kurdi è l’unica nave di soccorso privata che opera attualmente nel Mediterraneo. È partita dalla Spagna per l’attuale missione una settimana fa.

L’unica nave di soccorso nel Mediterraneo

Il portavoce di Sea-Eye Gorden Isler ha raccontato all’agenzia di stampa dpa che il suo equipaggio è ben preparato per il nuovo coronavirus. Ha detto che a bordo ci sono attrezzature di protezione e che saranno in grado di isolare chiunque presenti dei sintomi. Ma ha detto che l’equipaggio non è in grado di effettuare test per il coronavirus sulla nave.

Molte altre navi di soccorso hanno dovuto sospendere le loro operazioni di salvataggio a causa dell’epidemia di coronavirus.

L’ONG italiana Mediterranea Saving Humans, ad esempio, ha annunciato a metà marzo che nel prossimo futuro non porterà avanti nessuna attività di ricerca e salvataggio in mare. Hanno detto che i regolamenti sanitari e le restrizioni di viaggio hanno reso impossibile lasciare il porto per il loro equipaggio.