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20 giugno – Giornata Mondiale del Rifugiato: ancora in attesa di una legge organica sull’asilo

Mentre alla Camera si discutono restrizioni alla tutela effettiva del diritto di asilo l'ONU lancia l'allarme: mai tanti rifugiati sul pianeta!

Tra le notizie di viaggi disperati, di morti al largo delle coste della Libia, di sbarchi di migranti-invasori che arrivano sulle coste italiane in forte disidratazione, crisi ipotermiche e ipoglicemiche, di donne che affrontano un terribile viaggio attraverso il Mediterraneo in gravidanza, per poter almeno sognare un fututo migliore per i propri figli, di continui respingimenti nel porto di Ancora, di scioperi della fame di afghani che reclamano il diritto di asilo, si celebra anche quest’anno la Giornata Mondiale del Rifugiato.

Tra questi migranti ci sono anche potenziali richiedenti asilo, come i somali dispersi a sud di Malta in seguito al naufragio del barcone su cui viaggiavano. Richiedenti asilo che si “nascondono” anche tra i minori stranieri non accompagnati, che secondo la Direttiva sui rimpatri approvata da pochi giornio a Strasburgo dovrebbero essere “trattenuti in custodia temporanea” in attesa del rimpatrio, come denuncia Terre Des Hommes, a dispetto di tutti i trattati e le convenzioni internazionali sui diritti del fanciullo.

A costo di annoiare i nostri lettori, ancora una volta dobbiamo ripetere che in Italia manca una legge organica in materia di asilo.
Due recenti decreti di recepimento di direttive europee hanno introdotto nel nostro ordinamento alcuni miglioramenti.
Si tratta del Decreto legislativo n. 251 del 19 novembre 2007, che chiarisce cosa si debba intendere per status di rifugiato e protezione internazionale, e il Decreto legislativo n.25 del 28 gennaio 2008 che modifica le procedure per il riconoscimento di queste qualifiche, migliorando un aspetto fondamentale: il diritto ad un ricorso effettivo in caso di diniego della Commissione Territoriale, deputata a riconoscere i due status. Il ricorso contro il diniego ha tempi più lunghi e soprattutto ha effetto sospensivo del provvedimento di espulsione. Su questi aspetti abbiamo fornito un approfondimento in un precedente articolo.
Queste positive modifiche sono peraltro già in discussione alla Camera in uno dei disegni di legge del cosiddetto “pacchetto sicurezza”. Il disegno di legge dovrebbe intervenire proprio sull’effetto sospensivo del ricorso, su una nuova riduzione dei tempi per presentare il ricorso – che lo rendono di fatto quasi impossibile – oltre che sull’introduzione di limitazioni della libertà di circolazione del richiedente, restringendola all’interno di una limitata area geografica.

La discussione in corso alla Camera è viziata, come denunciano numerose associazioni, tra cui ASGI, dai dati forniti dal sottosegretario al Ministero dell’Interno Alfredo Mantovano che torna a lanciare l’allarme dell’uso strumentale delle domande di asilo in Italia, che coprirebbe in realtà il tentativo di regolarizzarsi in Italia. Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario “il fatto che ogni anno su 100 domande di protezione presentate, non più di otto, nove vengono accolte sull’intero territorio nazionale, mentre le altre vengono giudicate prive di fondatezza, dimostra che non è immotivata la preoccupazione che si tenti di ricorrere allo strumento di richiesta di protezione internazionale per aggirare i limiti all’immigrazione stabiliti dalla legge italiana”.
I dati reali, come denuncia ASGI, sono molto diversi: nel 2007 su 13.509 domande esaminate (un numero complessivo così modesto che da solo ben evidenzia come non vi sia alcun fenomeno di eventuale abuso delle domande di asilo per aggirare le norme sull’immigrazione) al 10,4% è stato riconosciuto lo status di rifugiato (erano il 9,4% nel 2006) mentre al 46,7% delle domande è stato riconosciuta la necessità di una “protezione umanitaria” (erano 46,8% nel 2006) in attuazione dell’art. 5 c.6 del T.U. immigrazione che prevede il rilascio di un titolo di soggiorno ove ricorrano “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali od internazionali dello Stato italiano”. Solo 36,3% delle domande sono state rigettate in prima istanza (parte di esse sono state poi accolte in sede di ricorso).
I dati sono quelli riportati dalla Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo, fonte, peraltro, governativa che stupisce non sia a conoscenza del governo.

Alla luce di un attento esame dei dati non sembra fuori luogo parlare di retoriche di invasione e di tentativo di svuotare un diritto già piuttosto carente in Italia.
Queste pericolose retoriche, peraltro, vengono agitate proprio mentre l’Alto Commissariato per i Rifugiati, che ha reso noto un primo documento statistico sui rifugiati e gli sfollati nel 2007, lancia un grido di allarme: mai così tanti rifugiati e sfollati sul pianeta.

L’ultimo rapporto dell’ONU parla di un aumento del 15% di rifugiati. Aumentano anche gli sfollati. Le persone assistite dall’agenzia per i rifugiati sono quasi 32 milioni, cifra alla quale va aggiunta quella dei Palestinesi, non seguito dall’UNHCR. Il maggior numero dei rifugiati sono afgani, seguiti da iracheni, sudanesi e somali.
Un trend confermato è quello che attesta, in Europa, Svezia, Francia e Regno Unito, i paesi che accolgono il numero più alto di richiedenti asilo, aumentati del 5% rispetto all’anno precedente.

L’Italia rimane paese poco ambito da chi aspira ad una protezione fuori dal proprio paese.

Elisabetta Ferri, Progetto Melting Pot Europa