Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza (Venezia)

Commento sulla situazione del diritto di asilo

A cura di Rosanna Marcato

Si fa sempre più tragico il bilancio dei morti sulle coste siciliane, si fa sempre più tragica la vita di migliaia di clandestini e richiedenti asilo sbarcati di recente o in Italia da anni, si fa sempre più difficile il nostro lavoro per tentare di salvare il salvabile di queste vite esposte alle intemperie di una legislazione che nega anche gli ultimi baluardi dei diritti fondamentali. Il salvataggio in mare pareva uno di questi e invece si indagano i pescatori che prestano soccorso.

Il diritto d’asilo, diritto sancito fin dall’antichità è di fatto sospeso dall’attuale legislazione così come sono sospese le convocazioni alla Commissione Centrale per il riconoscimento dello status e nel caso i pochi convocati ricevono nella quasi totalità il diniego, sospesi i contributi già ridicoli erogati dalle prefetture, non vengono rinnovati i permessi per motivi umanitari, i centri di accoglienza della rete del Programma Nazionale asilo hanno avuto finanziamenti irrisori inficiando il primo progetto di accoglienza a carattere nazionale che aveva dimostrato la possibilità di dare una risposta in termini di servizio complessivo e di razionalizzazione degli interventi. Il diritto a spostarsi liberamente, è un diritto garantito solo ai pochi eletti del mondo occidentale.
Sospesi i diritti del lavoro, con questa sanatoria che non si chiama sanatoria e che infatti pare non esserlo dal momento che i datori di lavoro che vogliono emergere, ad oggi, risultano davvero pochi.
Sono solo pochi esempi ma sufficienti a capire il clima in cui si innestano le decine di morti conosciuti e le centinaia di morti sconosciuti che sono rimasti in mare, ma non solo in mare
Non dimentichiamoci infatti delle altre altrettanto numerose persone morte durante il trasporto nei Tir o nei container delle navi.
Questa è d’altra parte la stessa interpretazione che ne da il governo. Le dichiarazioni fatte da due parlamentari di Alleanza Nazionale dimostrano senza ombra di dubbio qual è lo spirito della legge.
I due dicono: “ la legge Bossi-Fini funziona e se gli immigrati muoiono è proprio perché la legge fornisce gli strumenti per perseguire gli scafisti che non si fanno scrupoli a buttare a mare i disperati per non rischiare di essere arrestati”
E davvero una buona legge quella che per essere applicata, presuppone già nelle intenzioni di procurare qualche centinaio o migliaio di morti, tanto uno più o uno meno di questi disgraziati non fa differenza.
I media, continuano a riversare sulle televisioni confusione tra clandestini e richiedenti asilo, non dicono le cause vere di questi naufragi che come dice Fulvio Vassallo sono da ricercare in ben altri lidi: nei trafficanti dei paesi da cui provengono i profughi, foraggiati dai loro governi che non vedono l’ora di liberarsi di un po di gente, magari di etnie in contrasto con le maggioranze di governo, degli oppositori, dei senza terra; risiede nelle ambasciate che oltre a funzionare malissimo “ non garantiscono un livello minimo di moralità”, che è un bel giro di parole per dire che esiste una grande corruzione, risaputa e tollerata. Risiede nel blocco degli ingressi legali voluto da Maroni.

Proprio sul blocco degli ingressi regolari l’Associazione Senza Confine e il comitato M-21 di Treviso hanno presentato martedì un esposto denuncia alla Procura di Roma a carico del ministro Maroni e di Berlusconi per omissione di atti di ufficio in quanto avrebbero dovuto provvedere per legge alla determinazione dei flussi di ingresso per il 2002. Non avendolo fatto, recita la denuncia, hanno consentito alla mafia che gestisce il traffico di migranti dall’Anatolia e dal Mediterraneo di estendere il suo raggio di azione al Nord Africa a all’Africa nera. Nella totale assenza di canali di ingresso regolari e nell’evidenza di una domanda di lavoratori largamente insoddisfatta, si è enormemente ingrossato il canale di ingresso irregolare.
Le stime del ministero degli interni confermano questo dato: sono 14.042 gli ingressi illegali nei primi 7 mesi del 2002 contro i 10.565 di tutto il 2001. A questo concorre naturalmente l’acuirsi delle tensioni internazionali, la sempre più pericolosa situazione mediorientale, le guerre interne e i disastri ambientali di tanti paesi che inducono enormi masse di popolazioni a spostarsi in cerca di sopravvivenza.
Questo non è solo un problema italiano, ma europeo.
L’Europa, impaurita dalle conseguenze che la sua stessa politica internazionale ha provocato, alza le sue barriere e lo fa consentendo agli stati membri di varare leggi in materia di immigrazione lesive dei quei diritti fondamentali che avevamo pensato appartenessero a tutti gli uomini.
Primo tra tutti il diritto a vivere.