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Le quote di ingresso per lavoro autonomo previste dal decreto flussi 2002.

Importante sentenza del TAR del Veneto

Come abbiamo già ricordato gli effetti del decreto flussi 2002 sono stati prorogati fino al 31 marzo 2003.
Per questi tipo di quote c’è la possibilità di beneficiare della norma ancora valida del Regolamento di Attuazione (art. 39) che consente la conversione un permesso di soggiorno non valido per l’attività lavorativa (esempio il pds per turismo) in permesso di soggiorno per lavoro autonomo, nel caso in cui vi siano quote ancora disponibili. Quindi, senza dover uscire dall’Italia, si può chiedere l’autorizzazione alla conversione presso la questura.

Per fare questo è necessario farsi rilasciare dalla Direzione Provinciale del Lavoro (D.P.L.), competente per territorio, una attestazione delle quote disponibili. Sappiamo che in questo momento si continua a rilasciarle quindi sono ancora disponibili.

Ricordo che queste quote non sono distribuite come altre a livello provinciale ma gestite direttamente dal Ministero del Lavoro. Non è possibile così sapere quanti posti sono rimasti prima che vengano esauriti.

A questo riguardo, come al solito, gli uffici competenti non hanno una prassi omogenea. In particolare segnaliamo la prassi adottata dalla D.P.L. di Treviso che ha deciso di non rilasciare le attestazioni per lavoro autonomo basandosi su una circolare del 29 aprile 2002 voluta dal ministro del Lavoro con cui si sosteneva una argomentazione palesemente assurda. Questa possibilità di conversione del permesso di soggiorno (come prevista dal R.A.) può essere utilizzata soltanto dagli stranieri che non solo siano già in Italia e muniti di un permesso di soggiorno non valido per lavoro ma devono essere arrivati in Italia prima della data di pubblicazione del decreto flussi che ha messo a disposizione le quote.

Che senso abbia questa pretesa di priorità temporale tra la data d’ingresso e a data di pubblicazione del decreto flussi non si capisce. Sembra chiara invece la volontà di ostacolare l’utilizzo delle quote di lavoro in particolare per lavoro autonomo.

La D.P.L. di Treviso ha emesso un provvedimento di rifiuto di rilascio della attestazione della disponibilità di quote per lavoro autonomo che è stato impugnato al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto (TAR). Giustamente il TAR ha dichiarato che la circolare del ministro Maroni non ha nessun riferimento normativo e poiché la circolare di un ministero non può creare la legge ma anch’essa deve sottostare alla legge senza poterla violare, ha disposto l’annullamento della circolare e del provvedimento della D.P.L. di Treviso

Infatti il TAR nella motivazione della sentenza sottolinea che: “la presenza o meno in Italia alla data di emissione del decreto che fissa le quote per l’anno di riferimento risulta non rilevante anche perché, qualora le quote fossero esaurite, lo straniero verrebbe di necessità espulso. In sostanza, le finalità della norma vengono raggiunte con il rispetto delle quote, laddove il limite temporale aggiunto dalla circolare non solo risulta limitativo rispetto al dettato della legge, ma contrasta anche con le sue finalitàý, parzialmente di sanatoria delle situazioni irregolari”.
È chiaro che una persona in Italia con il permesso di soggiorno per turismo che vuole lavorare, laddove abbia la possibilità di attuare la conversione del pds da turismo a autonomo potrà finalmente cominciare a fare la sua attività in modo regolare anziché risicare l’espulsione.

Ora la D.P.L. di Treviso dovrà fare i conti con la legge e la sua corretta interpretazione e rispettare la sentenza emessa dal TAR.