Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Tratto dal sito di Radio4all

Australia – Il CPT di Woomera finalmente ha chiuso

Intervista a Nick - No One is Illegal Melbourne

Le motivazioni ufficiali dicono che le continue violazioni dei diritti umani ne rendevano impossibile l’esistenza.
Questo rappresenta una grande vittoria per tutti coloro che, non si sono limitati alla denuncia delle condizioni in cui i cittadini migranti erano sottoposti nel CPT, ma hanno praticato azioni dirette contro queste strutture.

Tuttavia la legge australiana è rimasta immodificata, per questo i “detenuti” di Woomera sono stati trasferiti nel nuovo centro costruito a Baxter.

Il Baxter detention centre si trova, come il precedente, isolato nell’arido deserto, protetto da un muro di cemento e da una recinzione elettrica. Non esistono finestre che danno sull’esterno, le uniche finestre dei dormitori aprono la vista sul piazzale della prigione.
Uomini e donne sono separati, così come i gruppi di provenienza “etnica”, come previsto dalla legge australiana.
Non sono concesse visite, non ci sono strutture di primo soccorso e tanto meno una scuola per i numerosi bambini.
La violenza è sistematica.
La detenzione ha durata indefinita.
La legge australiana, varata dal governo laburista nel 1992, sancisce che qualsiasi straniero sbarcato sulle coste australiane sia detenuto, sarà poi una commissione a valutare le richieste d’asilo. I migranti vengono abitualmente rimpatriati dopo anni di reclusione e segregazione.
Per questo le associazioni anti razziste, in particolare No one is illegal di Melbourne, hanno accolto l’appello degli uomini e delle donne incarcerati senza alcun motivo e hanno indetto una serie di mobilitazioni tra il 18 e il 21 aprile 2003.
Più di cinquecento persone si sono date appuntamento presso questo lager per discutere e portare avanti azioni per l’estensione dei diritti di cittadinanza a tutti e per la chiusura del centro.
Il primo giorno la polizia ha tentato di impedire l’accesso all’area del lager, ponendo blocchi stradali a due km di distanza. La determinazione degli attivisti ha permesso che questi riuscissero ad arrivare fino alle prime recinzioni elettriche, mentre le forze dell’ordine rinchiudevano nelle loro stanze i detenuti e cercavano di reprimere le mobilitazioni con la forza.
Il secondo giorno in trecento hanno divelto parte della recinzione perimetrale, mentre un messaggio delle donne e degli uomini detenuti veniva letta pubblicamente.
Una radio pirata, Radio Free Baxter, ha dato notizia di quanto stava avvenendo.
Stefan Christoff, Radio4all, ha intervistato Nick di No One is Illegal Melbourne.
Nick riferisce di queste giornate di mobilitazione e racconta cosa significa vivere a Baxter.

Vedi on line:
http://www.melbourne.indymedia.org