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Di mamma ce n’è una sola

La brutta figura di un deputato italiano sulla bigamia e il diritto alla ricongiunzione familiare

L’argomento che trattiamo è la logica con cui viene aggredita una sentenza adottata recentemente dal Tribunale di Bologna. Vediamo i fatti.

Con una sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Bologna è stato accolto il ricorso di un ragazzo marocchino di 23 anni residente in provincia di Bologna, figlio di un padre bigamo. Questo ragazzo aveva richiesto l’autorizzazione alla ricongiunzione familiare in favore della propria madre. La richiesta era stata rigettata in ragione della bigamia del padre e, a seguito del ricorso (art. 30 T.U.) il giudice ha accolto il ricorso disponendo il rilascio all’autorizzazione per la ricongiunzione familiare.
Non ci sarebbe niente di eccezionale se non fosse che si è subito schierato contro il deputato di Forza Italia Garagnani, già promotore del progetto di legge per rivedere i libri di storia nelle scuole e del numero telefonico a disposizione per denunciare gli insegnanti ritenuti di parte. Questo signore ha presentato una interrogazione ai ministri della Giustizia e dell’Interno denunciando il fatto che la decisione del giudice bolognese ammetterebbe la bigamia e sottolineando il rischio che si apra un varco nel nostro paese.

Cogliamo l’occasione per ricordare che mai i tribunali italiani hanno riconosciuto come lecita la bigamia tant’è vero che diversi anni fa abbiamo commentato una sentenza della Corte d’Appello di Bologna, che dichiarava la legittimità del provvedimento di rifiuto all’autorizzazione per il ricongiungimento familiare in favore della seconda moglie.
In atre parole solo una delle due mogli, per il diritto italiano, può entrare in Italia perché la legge italiana non riconosce la legittimità della poligamia.

Questi sono principi pacifici e pienamente conformi ai principi del nostro ordinamento giuridico.
Ma tutto questo non c’entra niente con il caso esaminato e messo sotto attacco da questo deputato della maggioranza di Governo. In questo caso non si tratta di riconoscere la bigamia ma semplicemente di riconoscere che una signora (seconda moglie di un cittadino marocchino) è comunque la mamma. L’unica mamma di questo ragazzo che ha chiesto l’autorizzazione per farsi raggiungere in base alle comuni regole della ricongiunzione familiare, sicché non c’è alcuna differenza di trattamento rispetto alla normale ricongiunzione familiare in favore dei propri genitori.
Il diritto di famiglia italiano riconosce comunque pieni diritti anche per i figli nati fuori dal matrimonio, quindi anche di chi fosse figlio di una signora che non è moglie legittima o che, secondo la legge italiana, non potrebbe essere ritenuta tale in virtù del lievito della bigamia (che, si ricorda, è prevista come reato dall’art. 556 del Codice Penale) .

Nulla c’entra con la bigamia. È semplicemente un occasione per fare un po’ di “politica” e un po’ di scena. D’altra parte l’onorevole non si è reso conto che ha toccato un argomento caro a tutti gli italiani, per i quali la mamma non si tocca. Non a caso, sulla mamma ci sono anche tanti proverbi: uno di questi dice che “la mamma degli stolti è sempre incita” e un altro dice che “di mamma ce n’è una sola”; almeno quest’ultimo avrebbe dovuto tenerlo a mente anche un deputato del Parlamento italiano.