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Padova – In merito al progetto di riqualificazione di via Anelli

A cura del Comitato di via Anelli
Ass. Razzismo Stop
Movimento per il Diritto alla Casa

Prima di qualunque ragionamento politico, sociale, culturale e tecnico, vogliamo far presente a tutti che: in via Anelli vivono uomini, donne e bambini esasperati dalla vita nel ghetto, umiliati e delusi dalle tante promesse fatte dal Sindaco e mai mantenute. Ma in questi giorni negli abitanti di via Anelli si è riaccesa la speranza, si ricomincia a credere che il sogno di un futuro migliore, di una casa dignitosa dove vivere e far crescere i propri figli forse sarà presto una realtà, e non vogliono più essere presi in giro !

Il problema della casa attraversa tutte le fasce sociali più deboli, e soprattutto i cittadini stranieri, rispetto ai quali la situazione è tragicamente seria, di anno in anno sempre più drammatica, perché a fronte di una presenza di cittadini stranieri, all’interno dei nostri territori, sempre più importante e consolidata, assistiamo a politiche abitative troppo lente e inefficaci, o a situazioni di ghettizzazione come in via Anelli.
In origine via Anelli era un posto per studenti, ma all’inizio degli anni ’90 periodo in cui in Italia si registra il primo importante flusso migratorio, agli studenti sono subentrati i cittadini stranieri che nel ricco nord est trovavano facilmente lavoro ma non la casa.
La mancanza di case pubbliche, i tempi burocratici disumani delle graduatorie, il razzismo che preclude il mercato privato, e gli affitti spesso troppo alti, sono le principali cause del sovraffollamento di via Anelli, dove si è costretti a vivere anche in 6 in 30 mq., e dove l’affitto è in media di 600 euro al mese, per appartamenti antigienici e non a norma, dove spesso anche i servizi minimi ma fondamentali non sono garantiti (come l’acqua calda, il riscaldamento, le pulizie condominiali).
Fatto particolarmente grave se pensiamo che in via Anelli oltre agli adulti ( la cui età è compresa tra i 20 e i 50 anni) vivono anche una settantina di bambini di età compresa tra 0 e 12 anni.

Via Anelli è diventata per molti cittadini stranieri l’unica alternativa per avere un tetto dove tornare dopo una giornata passata a lavorare spesso sotto costo nei lavori più umili e pesanti, …quelli che nessun giovane del nord est si sogna più di accettare, o peggio ancora nel mercato nero.
Via Anelli è un drammatico esempio di quanto in questa città prevalga la logica del profitto e dello sfruttamento, dei pregiudizi e dell’emarginazione, una logica che non si è certo radicata ieri, ovviamente! Durante le precedenti amministrazioni la logica non era molto diversa, ma oggi governa la Giunta Destro, e avrebbe dovuto farsi carico di affrontare con politiche sociali vere questo problema. Fino ad oggi non è stato così, ora dopo tre anni di amministrazione e a meno di uno dalle prossime elezioni abbiamo un progetto sociale concreto. Che non può restare carta scritta, deve al più presto realizzarsi, oppure dovremo pensare che è solo una manovra preelettorale, solo una bella bandierina da far sventolare a chi pensa che forse era meglio la giunta Zanonato !?

L’esperienza del Comitato di via Anelli, nasce nel settembre del 1999. Siamo stati gli unici ad aver guardato oltre, gli unici ad aver capito che dietro ai grandi titoli di giornale che hanno decretato via Anelli : “ bronx” di Padova, luogo di degrado, illegalità, “ghetto dalle risse tribali”, si nascondevano esseri umani, donne uomini e bambini con desideri, necessità, bisogni, tante persone invisibili alla società perché senza diritti, perché costrette a vivere in un ghetto. Persone che prima di noi e oltre a noi hanno conosciuto solo poliziotti, vigili, carabinieri, squadre speciali, cani antidroga, rocciatori, camionette, elicotteri…
L’esperienza del Comitato di via Anelli , unica all’interno della città, ci vede da quattro anni impegnati all’interno di quest’area attraverso dibattiti, momenti di festa, animazione per bambini, partite di calcio, giornate di pulizia, incontri, pranzi multietnici, musica, manifestazioni, l’acquisto di un “appartamento solidale”, e anche attraverso occupazioni di case, che in questi anni sono state per alcune famiglie l’unica soluzione per scappare dal ghetto.

Dunque un’esperienza concreta e reale, che ci ha visto presenti quotidianamente in via Anelli, che ci ha permesso di conoscere i suoi abitanti per coinvolgerli sempre in ogni fase operativa e progettuale del nostro percorso. Coinvolgimento che l’Amministrazione Comunale non si è mai “scomodata” a ricercare, forse perchè non lo ha mai voluto, preferisce calare dall’alto decisioni e proposte, e oggi ancora una volta, anche di fronte all’enorme importanza di questo progetto non si è minimamente preoccupata di ricercare un dialogo con gli abitanti, di spiegare loro il progetto.

Quello che stà succedendo in queste ultime due settimane è che sembra finalmente prendere corpo il ragionamento che da 4 anni sosteniamo, e cioè che l’unico modo per superare la logica di ghetto è che Comune, Ater e Regione acquistino l’intero complesso e nella prospettiva di ristrutturare e riqualificare l’area si inizi a svuotare via Anelli, un palazzo alla volta, trovando soluzioni abitative alternative alle famiglie che lì vivono.

La prima cosa da dire è che il progetto di riqualificazione di via Anelli non va visto come un punto d’arrivo ma come un passo importante e necessario all’interno di un percorso più grande per costruire una città basata sul rispetto dei diritti fondamentali di ciascun essere umano, una città dove nessuno sia costretto a vivere in macchina, sotto sfratto, sotto i ponti, in roulotte, lungo gli argini, o in un ghetto. E’ importante articolare, di pari passo, anche altri ragionamenti per affrontare le varie problematiche che convivono in via anelli e che l’hanno fatta diventare il ghetto che tutti conosciamo, un luogo simbolo nella nostra città, di degrado e abbandono.

E’ quindi indispensabile :

1) costruire politiche abitative più forti, in grado di rispondere al bisogno di casa di tutte le famiglie italiane e straniere (ricordiamo che con l’ultima sanatoria a Padova hanno presentato domanda 13.000 lavoratori stranieri), politiche capaci di dare ai cittadini stranieri la possibilità di poter chiedere il ricongiungimento familiare cosa che non possono fare se sono costretti a vivere in 6 in 30 mq.

2) costruire centri di prima accoglienza per tutte quelle persone che arrivano per la prima volta nella nostra città e hanno bisogno di un posto dove dormire

3) costruire politiche di inserimento vero che vuol dire mescolanza, convivenza tra culture diverse come unico modo per impedire che nascano nuovi ghetti

4) affrontare il problema della tossicodipendenza e della prostituzione con politiche di riduzione del danno, prendendo esempio dal comune di Venezia, che su queste tematiche ha maturato anni di esperienza con risultati eccellenti.

Inoltre è necessario aprire da subito lo spazio di 600 mq. in via Anelli (ex- supermercato) acquistato dal Comune e attualmente ancora vuoto e inutilizzato, perché diventi un punto di azione dal basso dove tutte le associazioni, gruppi, comitati, gli abitanti di via Anelli e del quartiere possano intrecciarsi, e sviluppare progettualità, per dare forza al progetto di svuotamento e riqualificazione.

Entriamo ora nel merito del progetto di riqualificazione di via Anelli, e poniamo alla Vostra attenzione alcuni punti fondamentali:

– 1) Il progetto di via Anelli ha come obbiettivo quello di superare definitivamente un ghetto, via Anelli è tale non solo dal punto di vista del degrado urbanistico, edilizio e igienico-sanitario ma anche perché ci vivono ( ad eccezione di circa 6 famiglie italiane) solo cittadini stranieri. Perciò la prima cosa da fare è avere ben presente che dopo la ristrutturazione dei palazzi, gli appartamenti dovranno essere destinati a cittadini italiani e stranieri, stabilendo una percentuale che fa riferimento al contesto territoriale e che per questo riteniamo debba essere tra il 15% e il 25 %.

– 2) Il progetto di via Anelli deve riguardare tutti gli abitanti in regola, cioè tutte le persone che vivono in via Anelli e che hanno un permesso di soggiorno, il che vuol dire che se in un appartamento c’è solo una o due persone che hanno il contratto di affitto ma in realtà ci vivono altre 4 persone , tutte e 6 hanno diritto ad avere una soluzione alternativa.
– attualmente in via Anelli ci sono 48 appartamenti per palazzo per un totale di 287, inoltre ogni palazzo possiede due spazi al piano terra che però non hanno l’abitabilità, e possono essere utilizzati come uffici o altro. L’Ater vuole ingrandire solo il 20% dei minippartamenti di via Anelli, il restante 80% manterrebbe le attuali dimensioni, ossia 30 mq. Noi non siamo d’accordo con questa decisione, non si può vivere in così pochi metri quadrati, questo devee essere un progetto migliorativo in tutto. Si possono lasciare una diecina di miniappartamenti ma gli altri vanno raddoppiati e/o triplicati ed arrivare alla fine del progetto non più con 287 appartamenti ma con circa 120 .
– Bisogna stilare una lista completa e aggiornata di tutte le persone regolari che vivono in via Anelli, e capire quante di loro dopo la ristrutturazione potranno tornare in via Anelli, e quante invece avranno una casa in un altro quartiere, stabilendo dei criteri che partono dalle necessità di ciascun abitante. Necessità in base al reddito, alla famiglia, tenendo presente che molte persone aspettano da anni di poter ottenere il ricongiungimento reso impossibile dalle condizioni degli appartamenti troppo piccoli e sovraffollati, in base al numero dei figli e alla disponibilità a vivere con altre persone.

– 3) Se come stabilisce il Protocollo d’intesa il progetto dovrà concludersi entro 5 anni, è necessario non perdere neppure un giorno, ed essere opertaivi da subito, nella prospettiva di terminare il prima possibile.
– un primo passo da parte del Comune o dell’Ater dovrebbe essere quello di comprare l’appartamento al palazzo 25 int. 11 che da una settimana è vuoto, in quanto le associazioni in uno spirito di collaborazione concreta hanno occupato un appartamento dell’Ater, in quartiere San Carlo, per una famiglia nigeriana con due bambini molto piccoli, esasperata dalle condizioni di vita nel ghetto.
– Nel Protocollo d’Intesa l’Ater si impegna a predisporre e presentare entro 30 giorni dalla sottoscrizione del Protocollo, un programma integrato di riqualificazione, ma contemporaneamente è necessario stabilire quale sarà il primo palazzo ad essere svuotato e contattare i relativi proprietari per stabilire i termini di un accordo. Contemporaneamente si devono contattare i multiproprietari di via Anelli, cioè quei proprietari che possiedono 10, 15 ed anche 20 appartamenti.

– 4) Partendo dal presupposto che bisogna svuotare un palazzo alla volta iniziando da quelli più degradati è altrettanto vero che le famiglie con bambini dovrebbero avere la precedenza indipendentemente dal fatto che vivano nel palazzo che verrà ristrutturato per primo.

– 5) Sia l’Ater che il Comune si lamentano sempre del fatto che non ci sono abbastanza case del patrimonio pubblico, anche quando le associazioni sostengono che ci sono numerose case tenute chiuse e vuote per anni, Ater e Comune rispondono che non è vero. Dunque come possono dire che adesso ci sono le case per tutti gli abitanti di via Anelli? O si sbagliavano prima o si sbagliano ora. In ogni caso, sia per far fronte a questo problema sia per garantire, come è giusto che sia, agli abitanti di via Anelli tutte le possibilità, riteniamo necessario che venga stilata una lista completa e aggiornata di tutte quelle famiglie o persone singole o gruppi di amici che vorrebbero comprare casa ma non riescono ad accedere ad un mutuo.

– In ultimo ma non per importanza, vogliamo sapere: il Sindaco ha firmato il provvedimento di approvazione del Protocollo d’Intesa?

– Il Comune e /o l’Ater hanno già convocato e parlato con i proprietari ? NO !!