Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Bologna – Una mattinata di ordinaria follia all’Ufficio Stranieri della Questura

Interviste realizzate agli immigrati in fila

Domanda: Quali sono i tipi di pratiche che si svolgono in questo ufficio?

Risposta: Qui si fanno tre pratiche: il ricongiungimento familiare, il permesso di soggiorno per lavoro subordinato e la carta di soggiorno. Per questo vediamo questa confusione rispetto al funzionamento dell’ufficio che non è per niente organizzato.

D: In questo ufficio si prendono anche le impronte digitali per la domanda di regolarizzazione e per il rilascio del pds?

R: Sì, io devo fare proprio quello.

D: Tu quindi devi ridare le impronte anche se sei in possesso del pds e lo vuoi solo rinnovare?

R: Sì, certo. Io questa procedura l’ho già fatta due anni fa e poi me l’hanno rifatta fare altre due volte e la terza il mese scorso.

Via Agresti è larga 3 metri, l’entrata dell’ufficio si trova direttamente sulla strada dove non c’è né marciapiede né portico ma un transito continuo di macchine. Siccome l’ufficio non è provvisto di sala d’attesa, le persone aspettano il proprio turno in strada, in piedi lungo i muri dell’edificio.

Due volte al giorno, alle 7, 30 e alle 12, 30, due agenti di polizia con guanti e mascherina anti Sars consegnano un totale giornaliero di 160 cartellini con un numero progressivo, una specie di “elimina code”.
Dopo poco ci siamo però resi conto che questi numeri venivano chiamati dall’agente senza amplificazione, che non c’era un display dove controllare la progressione e che il tempo dato alla persona per presentarsi era brevissimo. In altre parole le persone in attesa non possono distrarsi, chiacchierare troppo a lungo, allontanarsi per andare al bar, al bagno o per sedersi qualche minuto sulle fioriere in Piazza Roosvelt.

Ma questo è niente, perché chi è riuscito ad ottenere il numero può dirsi fortunato. Infatti le persone che quotidianamente si rivolgono all’Ufficio Stranieri della Questura sono ben più di 160, e per avere la certezza di prendere il numero si mettono in fila già dalla notte prima.

R: Quando ho presentato la mia richiesta per la Carta di soggiorno sono arrivato qui alle 11,30 di notte. Pioveva. Dopo mezz’ora sono arrivate altre 5 persone e all’una di notte eravamo quasi 60 persone. Da quell’ora alla mattina siamo diventati due centinaia di persone.

D: C’erano anche donne con bambini, persone anziane..?

R: Sì e alcune delle donne piangevano perché i bambini piccoli volevano mangiare, avevano freddo e loro non potevano abbandonare la fila. E comunque di notte non ci sono molti posti aperti dove ripararsi o prendere qualcosa da mangiare.

D: Era presente qualche ufficiale della polizia ad assistervi?

R: No, qua non abbiamo mai visto nessun tipo di assistenza! Per fare qualcosa di leggermente meglio avrebbero potuto mettere almeno una tenda per ripararci dalla pioggia. Già, una tenda sarebbe stata tutta l’assistenza per noi!

Tentando di rendere meno caotica e penosa l’attesa notturna e per evitare l’ assalto al numero, i cittadini stranieri e i piantoni avevano approntato il metodo della lista delle presenze, dove le persone erano segnate in ordine di arrivo. Da quanto ci hanno detto questo si era dimostrato un buon sistema, che certo non evitava di dover andare all’Ufficio la notte prima ma per lo meno garantiva attese sicure. Chi non riusciva ad essere tra i primi 160 poteva evitare di passare tutta la giornata successiva davanti alla questura.

R: Siamo stati dalle undici della notte ad aspettare e quando è finalmente arrivato il momento di prendere il numero siamo stati mandati a casa. Non so perché, ma il numero non vale più, le regole sono cambiate.

R: Loro dicono che la lista è stata un’invenzione di noi stranieri, per cui loro non vogliono la lista.. Io ero arrivato a mezzanotte e mezza, ho scritto il mio nome nella lista e ho aspettato di essere chiamato. Alle 7,30 è arrivato un poliziotto che ha strappato il foglio con i nomi di tutti quelli che erano in fila.

Nella situazione attuale occorrono dunque più notti e giornate di attesa prima di riuscire ad ottenere il numero, e anche nel caso di semplici richieste di informazioni – perché l’ufficio stranieri è anche punto di informazione – vale la stessa procedura.
Spesso le giornate passate davanti all’Ufficio Stranieri sono giorni di ferie o permessi speciali richiesti al datore di lavoro o sostituzioni chieste a colleghi, mentre le donne sono costrette a portarsi con sé i bambini o, quando si tratta di neonati, ad affidarli a vicini e vicine.

R: Anche io perdo i giorni di lavoro. Mi sono riservato questo giorno solo per questo, non so se poi riuscirò a fre la pratica, altrimenti perdo un altro giorno di lavoro.

R: Anche io! Non lavoro neanche domattina perché devo tornare in Questura.

Ma una volta che si è consegnata la documentazione necessaria per la richiesta del rinnovo del permesso o del rilascio della carta di soggiorno bisogna ritornare all’Ufficio per vedere se il documento è pronto. I ritardi burocratici sono la normalità, e le persone devono tornare 5, 6 volte se non di più prima di ottenere il documento richiesto.
La carta di soggiorno, ad esempio, dovrebbe per legge essere rilasciata dopo 45 giorni, e invece un signore ci ha raccontato la sua esperienza.

R: Devo fare la carta di soggiorno. Ho consegnato tutti i documenti il 15 marzo e mi hanno detto che devo aspettare 2 mesi, e forse anche più. Adesso sono pronte le domande consegnate il 23 gennaio 2003.
Però secondo l’avvocato la legge dice che devi aspettare per questa carta al massimo 45 giorni e non 3-4 mesi. Non avrei fatto questa carta se avessi saputo che bisognava aspettare 3-4 mesi, perché non si può andare via dall’Italia per qualche mese senza carta di soggiorno, con la sola ricevuta e con la carta d’identità scaduta.

Difficile invece descrivere l’atmosfera, una sorta di disperazione, frustrazione e rabbia acuita anche dall’atteggiamento degli agenti di Polizia, rappresentanti di un servizio che non funziona.

R: Così non si può più. Fanno aspettare e poi ci trattano come animali. Vedete le loro maschere? Una cosa tremenda e schifosa!

D: Ma come si comportano con voi i due agenti di polizia che stanno davanti all’entrata?

R: Male! Come vedete male. Spingono, trattano male e urlano.

Questo il resoconto di Melting Pot dopo una mattinata di interviste all’Ufficio Stranieri della Questura di Bologna