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Bologna – Confermato lo smantellamento del Cpa Arcoveggio

Cattivi presagi per oltre 80 cittadini immigrati

Dopo aver lungamente rifiutato il confronto con gli abitanti del Centro di Prima Accoglienza Arcoveggio, l’Assessore Franco Pannuti conferma in Consiglio Comunale che non sono previste soluzioni di seconda accoglienza per cittadini che da oltre dieci anni vivono in condizioni vergognose in baracche di alluminio.

Per i circa 80 abitanti del Centro di Prima Accoglienza (Cpa) Arcoveggio in Via della Cooperazione a Bologna le prospettive di ottenere un alloggio dignitoso sono sempre più scoraggianti. La risposta dell’Assessore alle Politiche Sociali Franco Pannuti seguita all’interpellanza di martedì 3 giugno da parte del gruppo consigliare del PrC conferma lo smantellamento del centro entro il 15 giugno.
La Giunta Comunale si ostina dunque a non tener conto della disponibilità del Comitato Cpa Arcoveggio ad aprire un tavolo di confronto per discutere del problema e dei possibili percorsi di accoglienza per stranieri nella nostra città. Al contrario continua a proporre come unica soluzione il trasferimento nei prefabbricati-baracca dei Cpa di Via Terracini e Lazzaretto dove sarebbero disponibili un totale di 60 posti letto.

Si tratta di una soluzione parziale a cui il Comitato dell’Arcoveggio aveva risposto in forma scritta già un mese fa sollevando innanzitutto la necessità di passare – dopo 13 anni vissuti in container – dalla fase della prima accoglienza a quella della seconda accoglienza, vale a dire lasciare le baracche per andare ad abitare in case inserite nel contesto urbano. La proposta avanzata è dunque quella di attivare la cooperativa Arc en Ciel che attualmente gestisce il Cpa per conto del Comune, a trovare una ventina di appartamenti dove questi cittadini possano finalmente abitare in forma non emergenziale.
Altre questioni rimangono però aperte, ovvero il costo dell’affitto, la durata del contratto di alloggio e la Moschea.

Stando allla risposta dell’Assessore Pannuti alle obiezioni del Comitato Arcoveggio non è prevista alcuna riduzione dell’affitto, che ammonterebbe a 200 euro mensili per un posto letto in un prefabbricato di 12 metri quadrati da condividere con altre 3 persone, contro i 54 euro pagati attualmente nel Cpa di Via della Cooperazione.
Estremamente problematica anche la questione del tempo di permanenza concesso nei Cpa di via Terracini e Lazzaretto, permanenza che secondo il nuovo regolamento dei Centri di Prima accoglienza non può superare i 12 mesi.

Questo tipo di condizioni avrebbe pesanti ricadute sulle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno – per il quale è per legge richiesta la residenza – che il cittadino straniero verrebbe a perdere dopo poco. Occorre notare che gli abitanti dei Cpa, con regolare pds e in Italia da oltre 10 anni, vivono nei ghetti delle nostre periferie non certo per scelta, ma per le serie difficoltà a trovare proprietari di case disposti a stipulare regolari contratti d’affitto, come testimoniano le decine e decine di lavoratori stranieri che abitano nelle proprie macchine lungo Via della Cooperazione. La proposta avanzata a tal riguardo è la deroga per tutti gli abitanti del Cpa Arcoveggio a tale norma che, oltre tutto, li penalizzerebbe anche nella procedura del ricongiungimento familiare a cui la maggioranza di loro aspira.

Ma nemmeno il diritto alla libertà di culto viene garantito dall’Amministrazione Comunale, che nei futuri Cpa non prevede nessuno spazio da destinare a luogo di preghiera. All’Arcoveggio il prefabbricato più spazioso è attualmente adibito all’unica Moschea della città, che rappresenta un punto di aggregazione per tutta la comunità musulmana di Bologna e provincia e che richiama mille persone ogni fine settimana.

Sulla questione dello sgombero delle baracche del Cpa Arcoveggio è stato infine allertato anche il Capo di Gabinetto della Prefettura di Bologna, al quale una delegazione del Centro e della Commissione Immigrazione del PrC ha chiesto di sospendere il provvedimento di evacuazione del Centro per motivi di ordine pubblico. Matteo Piantedosi si è impegnato a garantire un percorso verso una soluzione abitativa rispettosa di tutti gli abitanti del centro.
Stanchi dopo oltre dieci anni di vita in un campo isolato e fatiscente, oltre che disillusi dalle politiche dell’attuale giunta comunale che acutizza contraddizioni introdotte dalla precedente, gli abitanti del Cpa Arcoveggio sono determinati ad ottenere un dialogo con le istituzioni per raggiungere un accordo su garanzie minime anche a costo di intraprendere un percorso di resistenza.

I Movimenti, il Bologna Social Forum e Rifondazione Comunista garantiscono il sostegno e la partecipazione attiva a questa battaglia, che assume il valore di una lotta per una società aperta dove a tutti gli essere umani siano garantiti uguali diritti e uguale dignità.