Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Campagna mobilitazione per liberare i corpi prigionieri nella terra di nessuno

Promossa dall'Ass.ne Ya Basta

INVISIBILI NELLA TERRA DI NESSUNO
Giugno 2003
Terra di nessuno
Confine tra Iraq e Giordania

1250 circa uomini donne e bambini (all’incirca 400) dalla metà di aprile vivono in tendine piantate sui sassi nel niente del deserto.

La maggioranza sono iraniani curdi provenienti dal Campo di Al Tash a 120 km da Bagdad, gli altri sono “bedoons” (senza documenti in arabo). Usciti dall’Iraq speravano di entrare in Giordania, da cui spostarsi verso un paese terzo ed invece si sono trovati bloccati dalla polizia di frontiera giordana. Sono scappati dal campo di Al Tash, che contiene altre 10.000 persone in condizioni precarie ed alcuni affermano di essere stati allontanati dall’Iraq da uomini armati.

Tutti 1250 sono sottoposti al controllo totale dei militari su indicazione direttamente del Ministero degli Interni giordano. Non sono autorizzate visite e è vietato l’ingresso a giornalisti e fotografi. Le le stesse strutture internazionali come l’Acnur, Croce Rossa etc… devono essere autorizzate dal Ministero degli interni per svolgere qualsiasi attività.

1250 esseri umani di cui nessuno vuole parlare e che sono ostaggi del gioco mortale delle frontiere armate: da una parte i marines americani dall’altra i militari giordani.

960 uomini palestinesi vivono nel CAMP A nel deserto del confine giordano.
Scappati dall’Iraq viene loro rifiutato l’ingresso in Giordania nonostante molti di loro siano sposati con donne giordane, a cui non è permesso legalmente chiedere l’avvicinamento familiare. Si consuma così la barbarie di famiglie smembrate: uomini e figli a cui viene impedito di attraversare il confine e che si trovano divisi dalla madre-moglie.

340 uomini somali e sudanesi vivono nel CAMP B nel deserto del confine giordano.

I somali sono studenti, che frequentavano facoltà universitarie come Ingegneria e Medicina a Bagdad, dato che queste facoltà mancano in Somalia. Scappati dall’Iraq alla fine dei bombardamenti, chiedono solo di poter entrare in un paese nel quale ultimare gli studi prima di tornare al loro paese di origine.

I sudanesi sono lavoratori che vogliono passare attraverso la Giordania e trovare una nuova occupazione in un altro paese.

IN TUTTO CIRCA 3000 persone che dalla metà di aprile, dopo la fine dei bombardamenti, vivono nella terra di frontiera senza strutture, senza servizi sanitari, in balia delle autorità militari giordane.

Un enorme centro di detenzione per migranti nel vuoto del deserto.

Uno specchio nascosto di quello che questa guerra come tutte le guerre lascia sul terreno: esseri umani privati della dignità.

Una realtà che la carovana in Medioriente promossa dall’Associazione Ya Basta ha messo in luce e che può diventare un importante battaglia di civiltà per liberare i corpi prigionieri nelle terre di nessuno.

Per continuare a parlare di questa realtà nascosta una delegazione aperta di parlamentari, amministratori locali coordinata dalla Deputata dei Verdi Luana Zanella tornerà nella terra di nessuno per incontrare questi profughi dimenticati ed aprire una battaglia internazionale perchè si aprano le frontiere del Medioriente.

A disposizione
Materiali fotografici nel sito www.yabasta.it

Il video completo sulla CAROVANA IN MEDIORIENTE può essere richiesto a [email protected]