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Rimini – “Aggressione razzista. Lo scambiano per nero e lo pestano”

Cresce il clima di tensione in città, accentuato dalla forte concentrazione di turisti e di mille problemi legati a pregiudizi e falsi timori duri a morire.

Picchiato a sangue e ferito alla gola con un collo di bottiglia rotto, perché l’abbronzatura presa nella sua vacanza riminese lo ha fatto scambiare agli occhi di un gruppo di teste rasate per uno “sporco negro”. E’ l’incredibile aggressione a sfondo razzista che si è consumata nella notte tra lunedì e martedì nel sottopasso pedonale di via Lettimi. La vittima è un turista 18enne di Leffe (Bergamo) che dopo il pestaggio è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale Infermi.
Sono 15 i giorni di prognosi a referto: il ragazzo, dopo le medicazioni, ha lasciato l’ospedale. Ci vorrà sicuramente molto più tempo per cancellare il ricordo di quanto accaduto. Il pestaggio dei “gabber”, così si chiama la nuova tribù di teste rasate che ha soppiantato gli stagionati skinhead, già da tempo segnalata in sbarchi temporanei a Rimini dove possono dare sfogo alla passione per la musica (il loro unico credo) è avvenuto alle 3,30.
Protagonisti quattro giovani tra i 18 e i 20 anni, due residenti a Leffe, gli altri a Cazzaniga (sempre in Lombardia) ed altrettante teste rasate. I due gruppi si sono incrociati mentre i turisti bergamaschi si stavano incamminando verso l’hotel dove sono ospiti da alcuni giorni, dopo aver trascorso la serata in una discoteca della zona. La banda di razzisti, invece, sembra stesse discendendo verso il mare, a caccia probabilmente di birra e “vittime”.Tutto si è consumato in una manciata di secondi. All’insulto “sporco negro”, infatti, è subito scattata la brutale aggressione.
Le urla del ragazzo costretto a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale, quelle degli amici che chiedevano aiuto, le grida “assatanate” dei picchiatori ed il rumore di vetri di bottiglia e boccali di birra mandati in frantumi, sono state ben udite da molti turisti e residenti della zona, scesi precipitosamente dal letto per vedere cosa stava accadendo.
“Ho sentito un ragazzo supplicare che non gli facessero del male. Poi ho udito un rumore di vetri in frantumi e visto due persone correre avanti e indietro per il tunnel”. Così uno dei testimoni affacciatosi alla finestra ricorda le fasi concitate dell’aggressione. A lanciare l’allarme sono stati due amici della vittima che con un terzo rimasto a prestare aiuto al ferito devono ringraziare la loro scarsa abbronzatura se hanno evitato il pestaggio.
La vittima fino a ieri pomeriggio non si era presentata negli uffici di corso d’Augusto per formalizzare la denuncia, necessaria visto il referto di dimissione dall’Infermi: in questi casi, infatti, si può procedere d’ufficio solo quando la prognosi supera i 20 giorni. Ce n’è comunque abbastanza per andare avanti d’iniziativa. Anche perché il periodo dell’anno più caldo, Ferragosto, è alle porte.