Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Nuovo del 21 ottobre 2003

Permessi ai clandestini “in nome di Dio”

Castel Volturno – “Abbiamo fatto già stampare i permessi di soggiorno che rilasceremo “in nome di Dio” per tutti gli immigrati clandestini”. Padre Giorgio Poletti, comboniano di Castel Volturno, è deciso ad andare fino in fondo in quella che definisce un’Azione ecclesiale nonviolenta contro la legge Bossi-Fini. Il missionario non è nuovo a gesti clamorosi di disobbedienza civile per difendere i nuovi schiavi. Il 4 giugno scorso si incatenò insieme ad un suo confratello, Franco Nascimbene, alle finestre della Questura di Caserta per protestare contro le operazioni di polizia indiscriminate contro gli immigrati e vi restò giorno e notte per più di una settimana.

Da quella azione ne scaturì un’altra iniziativa, il 27 giugno, davanti a 22 Prefetture italiane dove centinaia di persone, in solidarietà con gli immigrati, si presentarono incatenati a pregare e a seguire una croce. Ancora, il 5 ottobre scorso, in occasione della canonizzazione del fondatore dell’ordine, Daniele Comboni, padre Giorgio portò circa mille persone davanti a Montecitorio a pregare contro una legge che definisce “lesiva dei diritti fondamentali della persona umana ed espressione di un governo e di una società incapace di accogliere e di vedere le ricchezze di cui gli immigrati sono portatori”.

I comboniani di Castel Volturno hanno anche scritto una lettera aperta all’onorevole Fini, ringraziandolo per la presa di posizione del voto a favore degli immigrati. “Onorevole Fini – dice la lettera – la sua dichiarazione pubblica sugli immigrati è stata per noi una gradita sorpresa e ci dà la speranza che sia l’inizio di un cambiamento di prospettiva per gli immigrati”. Ma nel contempo padre Giorgio e i suoi confratelli hanno anche ribadito la netta contrarietà alla legge Bossi-Fini contro la quale non esiteranno a lottare fino a quando non vedranno riconosciuti i diritti della persona umana di cui sono titolari anche gli immigrati.

“Nel piano di Dio per l’umanità nessuno è straniero – dice con voce calma padre Giorgio – e quando i sistemi e i governi creano differenze tra cittadini e stranieri Lui, fa causa comune con gli stranieri e chiede il rispetto dei loro diritti. Per questo in “nome di Dio” rilasceremo il permesso di soggiorno agli immigrati perché Dio dà loro questo diritto”. Il comboniano di Castel Volturno ha lanciato il suo tam tam attraverso internet, come fa sempre prima di ogni mobilitazione. L’appuntamento è fissato per il 15 di novembre sotto le questure d’Italia. A tutti coloro che parteciperanno, i comboniani forniranno i permessi di soggiorno “In nome di Dio”, che hanno già stampato in migliaia di copie.

Una iniziativa provocatoria e per la quale padre Giorgio Poletti si è beccato una “denuncia preventiva” da parte del sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone (Forza Italia), che lo individua come l’unico responsabile capace di mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza pubblica su tutto il litorale domizio. Nell’esposto querela inviato alla fine di agosto alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al Ministro dell’Interno, al Prefetto di Caserta, al Questore di Caserta e al vescovo di Capua, monsignor Bruno Schettino, nella cui diocesi ricade la parrocchia di Santa Maria dell’Aiuto (la chiesa di cui è parroco proprio padre Giorgio Poletti), Scalzone aveva chiesto espressamente al ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu “…di prendere ogni provvedimento ritenuto opportuno per il rispetto delle leggi dello Stato e per garantire ordine e sicurezza pubblica messa a rischio da padre Giorgio Poletti”.