Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Apriamo le porte dei CPT! Riconvertiamo il CPT di Lamezia

Le ennesime morti in mare degli ultimi tempi, le donne e gli uomini annegati nel tentativo di raggiungere le coste italiane alla ricerca di una vita migliore e più degna, la discussione scaturita dalle dichiarazioni di Fini sul voto agli immigrati e dalle intenzioni di Pisanu di promuovere una sorta di consulta musulmana, impongono una riflessione più ampia sugli effetti che le ultime leggi sull’immigrazione hanno prodotto a livello sociale e umano ed una nuova e più chiara valutazione sui CPT, vere e proprie carceri per donne ed uomini che nessun tribunale ha condannato.
Le condizioni dei migranti, nel nostro Sud, assumono, inoltre, connotati ancor più gravi: i CPT stanno scoppiando!

Non riuscendo a gestire il sempre maggior numero di presenze, le misere condizioni di vita cui sono costretti gli “ospiti” rasentano la schiavitù, ne abbiamo avuto ulteriore testimonianza durante la visita fatta al CPT di Lamezia lo scorso 31 ottobre. Una struttura, questa, nata alla luce delle opportunità offerte dalla legge Basaglia, la famosa legge 180 che apriva i manicomi, ma trasformatasi in un luogo promiscuo, una sorta di limbo degli esclusi, in cui malati mentali, tossicodipendenti e migranti condividono spazi tra loro contigui, intersecando storie e disagi in un luogo che sempre più assume i connotati di un vero e proprio lager. L’esperienza di Badolato, in termini di ospitalità, in coincidenza dell’arrivo dell’Ararat con 835 kurdi, lasciava immaginare un’attenzione ed una disponibilità diverse nei confronti della dignità di tutti quegli esseri umani scappati dalla guerra, dalla repressione, dalla fame e dalla disperazione.

La Turco-Napolitano e la Bossi-Fini, il fallimento del PNA (un programma nazionale che poneva le condizioni per una diversa accoglienza dei migranti), le restrizioni apportate ai criteri per il riconoscimento dello status di rifugiato politico, il razzismo dilagante in molte realtà italiane favorito anche dai media, hanno messo a nudo il vero dramma dell’emigrazione, che solo una politica asfittica può ridurre ad un problema, tra l’altro ingestibile, di mero ordine pubblico.
Altro significato ha per noi il termine accoglienza: un percorso di interazione nel quale i migranti sono soggetti attivi e protagonisti dei processi di trasformazione sociale e culturale del territorio in cui vivono. Un’esperienza in tal senso è la Casa del Migrante di Castiglione Cosentino, progetto di seconda accoglienza portato avanti dall’associazione “La Kasbah”, che coinvolge in prima persona gli stessi migranti nella gestione della struttura senza sbarre e cancelli.
Un mondo globalizzato non può garantire esclusivamente la libera circolazione delle merci e impedire la libertà di movimento degli esseri umani… bensì dovrebbe assumere nelle sue istanze politiche la capacità di governare secondo “logiche nuove” i problemi politici dell’oggi: la guerra, l’emigrazione, l’uso delle risorse, la gestione dei servizi e i diritti. I CPT rappresentano la concretizzazione di questo modo inadeguato di affrontare i problemi, in quanto simboli di una logica di negazione di ogni diritto elementare e come tali vanno aboliti nella loro attuale forma e riconvertiti in strutture di vera accoglienza, con al centro la dignità dell’uomo e che sia capace di affrontare le problematiche che stanno dietro il dramma di ogni singolo soggetto.

Per tutto ciò, diverse realtà del movimento in Calabria stanno organizzando un presidio di solidarietà ai reclusi del CPT di Lamezia Terme per richiederne l’immediata chiusura come “lager per immigrati” ed una sua immediata riconversione. L’appuntamento per tutti è per sabato 15 novembre 2003 alle ore 14 nel piazzale antistante la sede della cooperativa “Malgrado Tutto”, gestore del centro lametino.
Ad un anno dagli arresti (15 novembre 2002), alcune realtà del movimento intendono affermare la volontà di proseguire nella ricerca di un mondo migliore.

Un mondo senza frontiere al fianco dei fratelli migranti

Contro ogni logica di repressione

CSOA “Angelina Cartella” – Associazione Culturale Multietnica “La Kasbah” Libera Associazione di Idee – Comunità Kurda Calabrese – Radio “Ciroma”
Piana Social Forum – Tirreno Social Forum