Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

CPT

FSE di Parigi – Politiche di immigrazione e chiusura dei CPT

Intervista a Sandro Mezzadra del Tavolo Migranti

Mezzadra ha sottolineato l’urgenza di congedarsi dall’immagine dominante anche nelle sinistre istituzionali del migrante come soggetto privo di volontà autonoma. “Immagine che ha condotto in passato ad un approcio che vede come centrali le pratiche assistenziali e di tutela. Centrale è invece adesso cambiare rotta, e considerare la domanda di cittadinanza di cui le donne e gli che uomini sfidano la fortificazione dei confini europei sono portatori.
I movimenti sociali, le pratiche politiche che si sono sviluppate da Seattle in poi mettono in discussione i confini della cittadinanza europea, in termini istituzionali.
Il Forum Sociale Europeo deve ora dare una risposta a chi sfida quotidianemente i confini di questa Europa e organizzare un percorso di azione con due obiettivi principali su cui non è possibile transigere, ovvero la cittadinanza di resistenza e la cancellazione dei CPT”.

Domanda: Quali sono le riflessioni portate a Parigi dal Tavolo Migranti?

Risposta: Abbiamo dovuto affrontare, come già sapevamo, una grande dispersione dei dibattitti sul tema dell’immigrazione. Questo ha rappresentato un problema perché non solo come Tavolo Migranti, ma anche come rete europea che si era trovata al No Border Camp quest’estate, avevamo cominciato una riflessione sulle forme per imporre la centralità della questione delle immigrazioni dentro il processo di costruzione del FSE. A questa distrazione da parte dell’organizzazione del Forum corrisponde però un’enorme ricchezza di proposte, iniziative e dibattitti sul tema dell’immigrazione.
E’ opportuno trovare una proposta che metta in agenda la contestazione radicale del moderno modello di governo delle migrazioni che si è andato affermando durante questi anni, un modello che punta tutto sulla potenzializzazione dei dispositivi di fortificazione dei confini e di espulsione dei migranti e che ha come istituzione peculiare i centri di detenzione. Strutture che si sono diffuse su tutto il territorio europeo e a ridosso dei confini istituzionali dell’Unione Europea.
Su questo punto dobbiamo trovare la convergenza di tutte le forze che sono state in questi giorni a Parigi. E’ importante che il FSE assuma la battaglia contro i centri di detenzione come uno dei terreni su cui gioca la propria identità e la propria ragion d’essere.
Ci sono le condizioni per pensare ad una grande giornata di mobilitazione in tutta Europa cha abbia la stessa importanza della mobilitazione contro la guerra del 15 febbraio.