Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

FSE di Parigi – Precarizzazione dei lavoratori e legge Sarkozy

Intervista a Said Bouamana, Coordinamento nazionale dei Sans papiers

Generalizzare la lotta dei lavoratori sans papiers è stata la parola d’ordine che ha attraversato gli interventi. Comprendere che la precarizzazione del lavoro – a cui si adeguano in ambito europeo leggi come la Bossi Fini e come la nuova legge francese sull’immigrazione Sarkozy – è una tendenza del mercato europeo del lavoro che interesserà presto tutti i lavoratori autoctoni, significa assumere le lotte dei sans papiers come lotte contro il neoliberismo.

Said Bouamana del Coordinamento dei Sans Papiers insiste nell’intervista sulle forme di precarizzazione del lavoro in relazione alla legge Sarkozy e alle politiche immigratorie in generale.

Domanda: Quali sono le implicazioni della nuova legge Sarkozy sul mercato del lavoro?

Risposta: La legge sull’immigrazione, che ha d’altra parte fratelli gemelli in altri paesi europei, ha a mio avviso tre obiettivi fondamentali:

Il primo obiettivo è di organizzare una parte importante del mercato del lavoro della produzione industriale in maniera interamente deregolarizzata, al di fuori di tutte le acquisizioni sociali e dei diritti del lavoro. I lavoratori sans papiers sono sono responsabili del 20 – 40% dell’economia dei paesi europei. Per una certa parte del padronato questo diventa il modo di sviluppare elementi di concorrenza rispetto alla produzione di altri paesi industrializzati.

Il secondo obiettivo. Attraverso la precarizzazione dei sans papiers all’interno del mondo del lavoro si fa pressione sui lavoratori salariati francesi in modo da farl loro accettare condizioni di lavoro più pesanti, trattenute maggiori sul salario, ma anche la rinuncia a diritti sindacali importanti. Il lavoro dei Sans Papiers è il modello del lavoratore precario assoluto.

Il terzo obiettivo è di rendere questa legge una tesi di sperimentazione per nuove forme di lavoro precarizzato estendibili a tutti i lavoratori. Dietro al lavoro dei Sans Paiers si nasconde la generalizzazione del lavoro in nero. Una volta sperimentate queste forme di sfruttamento si avrà la capacità di generalizzarle a tutte le categorie del lavoro subordinato avendo ormai sconfitto le capacità di resistenza dei lavoratori.

Per queste ragioni dunque il rapporto con le lotte dei sans papiers non deve essere un rapporto di solidarietà, di pietà umanitaria, ma deve essere un rapporto tra persone che hanno capito che gli interessi dei sans papiers sono i loro; difendendo questa categoria di persone difendono anche il proprio stato di diritto di lavoratore. E’questa la presa di coscienza che bisogna fare emergere.

D: Il Forum Sociale Europeo deve dunque far propria questa presa di coscienza e dare un ruolo predominante alle rivendicazioni dei sans papiers?

R: Assolutamente. Se, come noi crediamo, i lavoratori sans papiers sono uno degli assi portanti del mercato neoliberista, e dunque il terreno della sperimentazione di una produzione economica europea basata sulle precarietà del lavoratore, allora i sans papiers sono anche le prime vittime della globalizzazione. Pertanto, sia simbolicamente che politicamente, mettere le lotte dei sans papier in primo piano nell’agenda del movimento significa parlare direttamente ai governi dei paesi europei. E’ necessario che il Forum Sociale Europeo dia un messaggio preciso ai nostri governanti: voi credevate che ci occupassimo di un sacco di cose, ma le nostre analisi hanno compreso fino in fondo l‘importanza della questione dei sans papiers.