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da Il Corriere Romagna del 30 ottobre 2003

Rimini – I regolari oltre quota 20 mila

Un balzo in avanti del venti per cento. Tanto ha voluto dire, per l’immigrazione regolare in provincia di Rimini, la regolarizzazione degli extracomunitari prevista con l’ultima sanatoria.
In termini assoluti si tratta di quasi cinquemila persone, che portano il numero di immigrati regolari, sul territorio provinciale, oltre quota ventimila; per la precisione 20.138 così ripartiti: 10.163 residenti, 4.662 di nuova regolarizzazione e 4.864 con il solo permesso di soggiorno.
È questo probabilmente il dato più impressionante del Rapporto 2003 sui fenomeni migratori, elaborato dall’Ufficio statistica della Provincia e presentato lo scorso 28 ottobre.
Si tratta di una presenza che sfiora l’8 per cento del totale della popolazione residente (oltre il 9 per cento se si considerano anche i clandestini).
Al vertice delle cause di immigrazione resta la “questione economica”, vale a dire la storia di persone che fuggono dalla miseria dei loro Paesi natale per cercare una vita migliore in questo lembo d’Italia.
Seguono il ricongiungimento famigliare e il lavoro autonomo e motivi umanitari.
In testa ai lavoratori ci sono i senegalesi (il 91% di loro è a Rimini e dintorni per cercare fortuna), seguiti da tunisini, ucraini, marocchini e peruviani. I cinesi spiccano invece per spirito imprenditoriale e, sorpresa nella sorpresa, la maggior parte di nuove imprese sono registrate a nome delle donne.
Una nota a parte merita la mobilità degli stranieri: per il 26% Rimini è la seconda tappa in Italia, per lo più dopo un passaggio a Sud (Puglia e Campania). Sono trecento invece gli stranieri che negli ultimi dodici mesi sono usciti dalla nostra provincia diretti principalmente al Nord e nelle province limitrofe.
Una tendenza, tutta interna alla provincia, è quella degli spostamenti dal comune capoluogo verso gli altri comuni della provincia.
L’età media dei residenti è abbastanza bassa (32,5 anni), i minori rappresentano il 18.4% e gli anziani il 4.6%. In maggioranza si tratta di persone celibi o nubili (53.4%), mentre i coniugati sono il 42.8%.
Le famiglie straniere residenti sono 5.380, sono composte in media da 2.4 persone e con poco più di un figlio a nucleo. Resta basso il livello di scolarizzazione (scuole medie 33.8%, diploma o qualifica professionale (23.8%), mentre è addirittura impressionante la percentuale degli analfabeti (20.1%). Resta di basso livello anche l’occupazione, che vede il 31.7% di operai, l’8.4% di camerieri, il 7.9% di muratori, il 4.8% di impiegati e il 4.4% di cuochi.
Nel passato anno scolastico gli studenti con cittadinanza straniera erano 228 nella scuola dell’infanzia, 699 alle elementari, 422 alle medie e 380 alle superiori.
Numeri a volte superiori rispetto ai residenti o ai permessi di soggiorni: le differenze si spiegano considerando che in molti casi i minorenni sono contemplati nel permesso di soggiorno dei genitori e che, per la scuola dell’obbligo, le iscrizioni non necessitano di permesso di soggiorno.
Infine, uno sguardo alle caratteristiche demografiche per nazionalità. La comunità più numerosa è quella albanese (26% del totale), con 950 famiglie, seguono la cinese 5.7% sul totale e 166 nuclei famigliari censiti), la senegalese (7.5% e 163 famiglie), la tunisina (4.7% e 198 famiglie), la rumena (3.4% e 164 famiglie) e la macedone (4.2% e 134 famiglie).

l.a.