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da Il Messaggero Veneto del 29 gennaio 2004

A Gradisca un centro per immigrati

GRADISCA. Tre anni conditi da tavole rotonde, consigli comunali speciali, interrogazioni parlamentari, richieste di chiarimenti, dubbi, perplessità e sospetti di ogni tipo: poi, come un fulmine a ciel sereno, l’ammissione che la realizzazione di un centro di temporanea permanenza per immigrati nella vecchia caserma Ugo Polonio di Gradisca è una realtà in corso d’opera.

È proprio il primo cittadino della fortezza, Gianni Fabris, a confessare che non si trattava soltanto di voci infondate, alla vigilia di quello che potremmo definire “il viaggio della speranza” che porterà quest’oggi a Roma il presidente della Regione Riccardo Illy, l’assessore regionale Roberto Antonaz, il vicepresidente provinciale Franco Sturzi (il presidente Brandolin è, infatti, impegnato nell’assemblea per le autonomie locali) e lo stesso Fabris a incontrare il ministro dell’interno, Giuseppe Pisanu, per un colloquio fissato per le 12.30 a palazzo Chigi.
Interpellato telefonicamente per avere conferma sulla sua presenza al viaggio, Fabris è sembrato inizialmente molto cauto, come suo solito: «Domani (oggi per chi legge, ndr) ci recheremo nella capitale per confermare il diniego di Regione, Provincia e Comune all’ipotesi della realizzazione di questo centro – ha detto il sindaco – e la nostra sarà una rimostranza democratica. Porterò con me tutte le delibere approvate nelle varie sedute di consiglio comunale sul tema, il protocollo d’intesa del 23 dicembre scorso per l’insediamento di un Polo universitario a Gradisca e l’attestato che certifica l’ingresso della nostra cittadina nel club “I borghi più belli d’Italia”. Dirò di più: se penso alla cultura e alla tradizione del nostro territorio mi ribello all’idea di un vero e proprio carcere o “residence a cinque stelle” com’è definito. È per questo – continua il primo cittadino – che ho investito del problema Provincia e Regione, ed ecco spiegato questo viaggio».
L’assessore regionale Antonaz, in particolare, proprio ieri ha ricordato l’incontro odierno di Roma «per affermare la totale contrarietà all’istituzione in Friuli-Venezia Giulia, specificamente nel comune isontino, di un centro di temporanea permanenza, il diciassettesimo in italia: un “no” deciso per quello che, anche secondo la denuncia di Medici senza frontiere – richiamata da Antonaz –, sarebbe nei fatti un nuovo centro di detenzione».
Il colpo di scena arriva, però, quando chiediamo al sindaco d’insistenti voci che vorrebbero l’iter burocratico dell’opera in continua evoluzione: «È vero – ha confessato candidamente Fabris –, esistono un progetto e un finanziamento per la realizzazione del centro: l’iter è proseguito a mia insaputa, senza una comunicazione ufficiale dagli enti interessati, in particolare il ministero dell’interno».
Fabris non smentisce, anzi conferma, persino le voci che parlano di una gara d’appalto per la realizzazione dell’opera: «Il ministero dell’interno ha un direttore generale dei lavori e c’è una ditta che ha già vinto la gara d’appalto». Visto che tutto sembra già deciso, ci si chiede quindi a che cosa possa servire il viaggio a Roma: «Lo Stato aveva un progetto anche a Scanzano Jonico per un deposito di scorie radioattive, ma una democratica manifestazione ha fatto mutare le scelte: auguriamoci che da noi accada altrettanto. Saremo pronti a protestare se la nostra visita non avrà esito». Gradisca d’Isonzo come Scanzano Jonico: l’avreste mai detto?