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Albania – Il naufragio raccontato in diretta

La testimonianza di Vojsava Zagali del Progetto Melting Pot

La traduttrice di lingua albanese del Progetto Melting Pot, Vojsava Zagali, nei giorni si trovava a Tirana da dove ha potuto ascoltare, attraverso la diretta televisiva trasmessa da Top Channel, la richiesta disperata di soccorso proveniente dal gommone di otto metri.
Il naufragio è avvenuto al largo di Durazzo, dopo la partenza dal porto di Valona. Il bilancio ufficiale è di 21 morti, 18 uomini e 3 donne, tutti albanesi, di eta’ compresa fra i 25 e i 40 anni. Dopo diverse ore i soccorsi hanno tratto in salvo undici superstiti mentre risultano ancora diversi dispersi.
Le notizie parlavano di un secondo gommone diretto in Italia di cui non si è saputo più nulla.

Migliaia di cittadini albanesi hanno seguito per tutta la notte le notizie riguardanti questa ennesima tragedia nel Canale di Otranto. L’SOS è stato lanciato da una delle persone a bordo del gommone di cui in seguito è stato trovato il cadavere.

Gli albanesi segnati da questa tragedia vengono quasi tutti dal nord del Paese e scappano da una vita di stenti: con la liberalizzazione i beni costano più che in Italia, come ci conferma anche Vojsava nell’intervista.

A commento di questo nuovo naufragio Ilvo Diamanti su Repubblica, nei giorni scorsi, ha scritto un editoriale dal titolo “Il muro illusorio che fabbrica clandestini” con cui critica duramente la politica della chiusura delle frontiere messa in atto attraverso la legge Bossi Fini. Una critica puntigliosa che condividimao pienamente.

“Sentiamo, dunque, sostenere che un atteggiamento rigido e di chiusura verso l’ingresso degli stranieri in Italia – come quello previsto dall’attuale legislazione – possa davvero scoraggiare i flussi migratori. Che vincolare l’accesso in Italia in base alla stipula preventiva di contratti di lavoro possa agire da freno, nei confronti delle persone che intendono entrare in Italia (e in Europa). Non è così. È solo una finzione.