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Comunicato stampa Regione Emilia Romagna – La Regione è per il superamento dei CPT

Borghi: “disattesi gli impegni, la situazione é diventata inaccettabile”

(Bologna, 6 febbraio 2004) – Denunce per violazione dei diritti umani, atti di autolesionismo, scioperi della fame, rinvii a giudizio per violenze agli immigrati: il clima di tensione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza, in Emilia-Romagna e nel resto del Paese, è salito “anche in conseguenza delle politiche restrittive del governo, che riducono le vie di ingresso legale e rendono sempre più precaria la condizione dei cittadini stranieri già presenti sul territorio nazionale”. La denuncia arriva dalla Regione che, di fronte ai numerosi impegni disattesi, scende in campo per dire basta. “E’ necessario individuare soluzioni alternative che garantiscano una maggiore tutela dei cittadini stranieri immigrati”. Dunque, la conclusione è che la Regione “opererà con tutti gli strumenti a sua disposizione per il superamento dei CPT”.

L’affondo ai Centri che fanno capo al ministero degli Interni arriva dall’assessore alle politiche sociali e immigrazione Gianluca Borghi che risponde, a nome della Giunta regionale, alle interrogazioni dei consiglieri Leonardo Masella e Carlo Sabbi sul CPT di Bologna.
Borghi non entra nel merito delle recenti denunce a Bologna (“attendiamo l’esito delle indagini della magistratura”, scrive) ma definisce “critica e preoccupante” la situazione di Bologna dove “il numero degli episodi, accaduti o comunque denunciati, è ormai notevole”. Nella risposta alle interrogazioni, l’assessore ricostruisce la posizione della Regione fin dal 2002 quando, in vista dell’apertura del Centro bolognese, il presidente Errani aveva chiesto al governo “garanzie sul pieno rispetto dei diritti delle persone recluse”. La preoccupazione nasceva, ricorda oggi Borghi, dal diverso ruolo che queste strutture -istituite nel ’98 – hanno assunto a seguito dell’approvazione della legge 189, la cosiddetta Bossi-Fini.

In primo luogo, per garantire il rispetto dei diritti e la legalità, la Giunta approvò e finanziò lo “Sportello diritti” – presentato dal Comune di Bologna e aperto nel maggio del 2002 dalla Caritas all’interno del centro di via Mattei – per svolgere attività di informazione, assistenza legale, documentazione e realizzare micro progetti per situazioni personali particolari.

Inoltre, nel novembre dello stesso anno la Regione propose alle Prefetture competenti di attivare un “osservatorio” sui CPT, ma – scrive Borghi – “allo stato attuale non sono ancora disponibili informazioni precise sulla condizione dei cittadini stranieri rinchiusi nei due Centri dell’Emilia-Romagna e quella richiesta non ha mai avuto riscontro, nonostante le ripetute sollecitazioni avanzate dalla Giunta”. Infine, l’assessore sottolinea che, “è sempre più pressante l’esigenza di una maggiore trasparenza sui rilevanti costi di gestione di tali strutture (e dell’intera procedura di espulsione), dato contrastante con le precarie condizioni denunciate dai trattenuti e con i limitati finanziamenti più generalmente disponibili per l’integrazione sociale degli stranieri”.

Da qui il nuovo impegno della Regione: “opereremo per il superamento degli attuali CPT”.