Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Gazzetta di Parma del 20 febbraio 2004

Parma – Il «cielo» fidentino aiuta i rifugiati ad avere un futuro

Anche a Fidenza c’è un «cielo» che offre asilo politico e rifugio a chi è in fuga, perseguitato e offeso, vittima di carnefici che alienano la dignità umana, discriminano e torturano: c’è spazio per cercare un nuovo orizzonte di speranza e c’è possibilità di trovare una mano tesa all’accoglienza, verso cui camminare.
Dall’inizio dell’anno è attivo «Sotto lo stesso cielo», un’iniziativa che sostiene le persone che fanno richiesta, previa domanda in questura, del riconoscimento dello status giuridico di rifiugiato: donne, uomini e bambini vittime di violenze e discriminazioni, di odi etnici, di trattamenti disumani e degradanti.

Nel distretto di Fidenza c’è per ora solo un giovane rifugiato che proviene dal Kurdistan e ha fatto richiesta di poter restare in Italia: «Proprio perché i tempi burocratici sono lunghi, entra in azione questo progetto – ha spiegato Marco Antonioli, responsabile dei Servizi Sociali del Comune – nel distretto di Fidenza c’è, per ora, solo un rifugiato politico che ha ottenuto una borsa lavoro e rientra nel programma di assistenza. L’accoglienza include, oltre a cibo e alloggio, anche l’insegnamento della lingua italiana a chi arriva nel nostro Paese».

«Sotto lo stesso cielo» è proposto da una rete di persone ed enti della città che sostengono come «il diritto di asilo sia prima di tutto una questione di civiltà”. Rispondono all’appello la sezione locale di Amnesty International impegnata nel programma di educazione ai diritti umani; la Caritas Diocesana della nostra comunità che mette a disposizione una camera d’accoglienza e buona parte del vitto per i rifugiati; il Ciac – Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale di Parma e Provincia che offre le competenze giuridiche e l’esperienza nell’accogliere i richiedenti asilo; la Provincia di Parma e l’assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Fidenza che attiva borse di formazione al lavoro destinate ai rifugiati.

I rifugiati nel mondo sono oltre 22 milioni. In Italia poco più di 22.000. È stata Nelly Bocchi della Caritas Diocesana a presentare, nei giorni scorsi, il progetto di accoglienza e sostegno per richiedenti asilo e rifugiati in stato di necessità: “I rifugiati sono donne, uomini e bambini vittime di violenze e discriminazioni, di odi etnici, di trattamenti disumani e degradanti – ha spiegato – molti sono stati imprigionati arbitrariamente e privati dei loro diritti. Parecchi hanno subito torture fisiche e psicologiche. Senza un’adeguata protezione – garantita dal riconoscimento dello status di rifugiato e dal diritto di asilo – queste persone rischiano di essere rimpatriate nei luoghi da dove sono fuggite, dove le loro libertà e la loro vita sarebbero nuovamente messe a repentaglio”.

“Ogni anno in Italia sono circa 15mila le nuove domande di asilo presentate soprattutto da curdi provenienti dalla Turchia e dall’Iraq, da africani della Liberia, del Congo, della Sierra Leone, del Togo e dell’Eritrea” ha evidenziato Nelly tracciando il quadro italiano.

Una puntualizzazione importante arriva dall’assessore ai Servizi Sociali Romualdo Borreri: “Chi offre asilo si impegna a promuovere il sostegno complessivo alla persona: assistenza legale, riabilitazione sanitaria, formazione, inserimento lavorativo nel caso dei rifugiati, mediazione sociale, insomma, la piena integrazione sociale dei soggetti. L’esperienza dimostra che le persone accolte possono divenire artefici di accoglienza”.