Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Schio (Vi) – I Verdi per il diritto di voto

Intervista con Olol Jakson del Gruppo regionale consiliare

Pubblichiamo il comunicato stampa per l’appuntamento pubblico e l’intervista audio con Olol Jakson del Gruppo regionale consiliare dei Verdi.

Le vicende, o meglio, le vicissitudini, legate all’ottenimento dei diritti politici e civili dei cittadini migranti, dopo le dichiarazioni e la presentazione del disegno di legge del leader di AN Gianfranco Fini, sono finite ancora una volta nel dimenticatoio. Riteniamo invece importante spingere affinché questo tema ritorni immediatamente nell’agenda politica. Da questo punto di vista, qualcosa di significativo è successo, nell’ultimo periodo. Alcuni comuni italiani hanno proceduto alla modifica dei propri statuti introducendo il diritto di voto amministrativo attivo e passivo per i migranti. Questo è sicuramente un elemento di novità che va sostenuto e rafforzato. Riteniamo fondamentale rapportarsi con un passaggio del genere producendo, anche nei nostri territori, un vero e proprio salto di qualità, culturale e sociale. In una comunità i diritti devono valere per tutti, invece ci sono persone che vivono, lavorano, mandano i loro figli a scuola, pagano affitti, tasse e tariffe come tutti noi, ma continuano a non avere gli stessi diritti come, appunto, quello di voto.

Per il diritto di voto si sono detto concordi anche esponenti autorevoli del centrodestra, ma nulla è stato fatto di concreto in questo senso. Continuano, invece, politiche discriminatorie, repressive e punitive nei loro confronti – ultime le vessazioni e le limitazioni gravi della libertà perpetrate nei Centri di Permanenza Temporanea (CPT) denunciate da attivisti antirazzisti e ora anche da un’inchiesta di Medici senza Frontiere.

Per questo riteniamo necessario far nostre le coraggiose sperimentazioni di quelle amministrazioni locali (pensiamo a cosa significhi questo passaggio, anche per noi, fatto dal Comune di Venezia) che, in un’ottica radicalmente federalista e municipalista, hanno prodotto un vero e proprio cambio di paradigma, introducendo una riforma che punta ad allargare la sfera dei diritti.

La situazione a Schio

Al 31/12/2003 erano presenti a Schio, regolarmente iscritti all’anagrafe comunale, 2934 cittadini stranieri (1675 uomini e 1259 donne), di 79 diverse nazionalità. Quindi gli stranieri a Schio rappresentano all’incirca il 7,65 % della popolazione. Un vero e proprio melting pot anche se, dal punto di vista numerico, enormemente distante da molte altre città europee. Che il fenomeno migratorio sia ormai un dato strutturale delle nostre ricche società è innegabile. Da questo punto, soprattutto nel nostro “mitico” Nordest, si è raggiunto un livello alto di integrazione nel mercato del lavoro, ma questo non è stato accompagnato da un altrettanto forte livello di integrazione sociale. Le paure e le campagne di intolleranza, alimentate ad arte da alcune forze politiche, non hanno permesso di elaborare politiche e strategie capaci di superare il concetto di emergenzialità, per affrontare in maniera serena e innovativa la “questione immigrazione”. Si tratta invece di porre, con forza e con efficaci iniziative politico-amministrative, la questione dell’integrale affermazione di nuove condizioni di cittadinanza.

Non è possibile, secondo noi, continuare a vedere i migranti come i Gastarbeiter, i “lavoratori ospiti” del nuovo millennio, per usare una definizione in voga nell’Europa centrale degli anni sessanta, visione questa che permeò l’approccio politico e normativo in quegli anni rispetto ai fenomeni migratori e che, con notevole ritardo, informa ora di sé la nostra legislazione.

Troppo spesso le risposte, anche dei soggetti più attenti e sensibili, sono state deboli. Scontiamo purtroppo anche una paura dei governi di centrosinistra nell’affrontare questo tema, paura che ha dato invece respiro ai settori più beceri e xenofobi per le loro stomachevoli campagne d’odio e intolleranza. Provvedimenti voluti dal centrosinistra sono poi stati affinati e “migliorati” (in senso negativo, ovviamente) dal centrodestra, basti pensare ai Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri lager introdotti in Italia dalla legge Turco-Napolitano.

Per una battaglia di civiltà, per nuovi diritti di cittadinanza

Come Verdi per Schio siamo convinti che, per i ragionamenti fin qui espressi, sia necessario lavorare per la concreta realizzazione dei diritti sociali ed economici di questi nuovi cittadini (assistenza sanitaria, istruzione, casa ecc.), e che questo deve procedere di pari passo con il pieno riconoscimento dei diritti civili e politici. Solo la combinazione di questi elementi può sostanziare un processo di inclusione dei migranti nella sfera della cittadinanza, che rappresenta al tempo stesso il migliore antidoto possibile nei confronti della crescita di fenomeni di marginalizzazione e di devianza e, pertanto, un fattivo investimento volto a favorire migliori condizioni di sicurezza urbana.

Oltretutto, proprio qui a Schio, fra poco si aprirà una campagna elettorale (e possiamo tranquillamente intuirne i contenuti) sul referendum voluto dalla Lega, dagli epigoni locali di Gentilini e Stiffoni (quello che vorrebbe i forni crematori per gli immigrati), per cancellare la delibera voluta dall’amministrazione di Schio che introduce dei primi, significativi, passi in avanti in materia di riconoscimento dei diritti civili dei migranti. Siamo convinti della necessità di dare una risposta nel merito, e lo vogliamo fare non sulla difensiva, ma anzi rilanciando in avanti la battaglia per i diritti di cittadinanza.

Per questo vogliamo aprire una discussione con tutti i soggetti che, su questo terreno, lavorano nell’ottica di costruzione di una città veramente aperta e solidale.

Proponiamo quindi di trovarci mercoledì 25 febbraio, alle ore 20.30, presso il circolo operaio di Magrè, per presentare delle proposte e per costruire un percorso comune e condiviso.

Verdi per Schio