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Tratto dal sito www.istruzione.it

Scuola – Indagine nazionale sugli alunni stranieri

Il sistema scolastico italiano è influenzato da diversi fenomeni. Tra questi, quello della presenza di alunni non italiani ha assunto, specialmente negli ultimi anni, dimensioni notevoli.

Conoscere “quanti sono”, “da quali nazioni provengono”, “come procede il loro percorso scolastico”, rende più agevole l’impostazione degli interventi necessari alla piena partecipazione, anche degli alunni stranieri, alla vita della comunità scolastica.
Il Sistema informativo del MIUR fa in modo che tutti possano accedere facilmente a queste informazioni attraverso prodotti informatici di consultazione quali il Data-Warehouse o grazie a pubblicazioni come questa, che vogliono diffondere i dati anche a chi, non operando all’interno del sistema scolastico, è comunque interessato ai principali elementi che lo compongono.

Sono 232.766 gli alunni stranieri a scuola nell’a.s. 2002/2003 e rappresentano una percentuale del 2,96% sul totale della popolazione scolastica. Erano poco più di 30.000 nell’anno 1992/93. Ma l’aumento è significativo anche rispetto a un anno fa: sono aumentati di oltre 50.000. Si confermano ai primi posti anche quest’anno i gruppi provenienti da Albania, Marocco, ex-Iugoslavia.
Sono i primi dati, i più immediati, che emergono da questa nuova pubblicazione sugli studenti con cittadinanza non italiana di scuole statali e non statali. La ricerca si rivela dunque un utile strumento per “leggere” il paesaggio multiculturale della scuola italiana.

232.766 alunni stranieri sono tanti o sono pochi? Sono pochissimi se rapportati al totale degli alunni italiani e alle percentuali molti più alte di alunni stranieri presenti nelle scuole di altri paesi europei. Tuttavia una vera comparazione non si può fare senza prima avere fatto due considerazioni che caratterizzano la situazione italiana.
La prima è che la presenza di alunni stranieri è molto disomogenea e differenziata sul territorio nazionale: essa è maggiore nelle aree del Nord del Paese, prevalenza che si può leggere osservando i valori delle province in cui la presenza straniera è spesso più elevata che in molti capoluoghi di regione. Questa “notizia” è la spia di un modello di società multiculturale che si sta prefigurando in Italia. Un modello variegato, policentrico, “diffuso”, nel quale i poli di attrazione non sono solo le grandi città ma anche la piccola città e anche i paesi.

La seconda considerazione relativa alle caratteristiche del modello italiano è che, a differenza di altri paesi europei di più lunga tradizione multiculturale, il cambiamento per la scuola italiana è stato rapidissimo. E lo si vede molto bene prendendo in considerazione i dati di piccole città che fino a dieci anni fa non avevano mai avuto, se non in casi eccezionali, numeri significativi di alunni stranieri nelle proprie scuole. Anche qui uno sguardo ai dati relativi alle province dà conto del paesaggio che si sta delineando.
Nell’immaginario collettivo è forte la convinzione che gli immigrati arrivino dal mare ma solo in parte ciò corrisponde alla realtà: gli alunni si trovano in prevalenza nelle scuole di pianura o anche nelle parti più basse e più popolate delle nostre valli alpine. Il Sud dell’Italia dunque è soprattutto luogo di transito e di prima accoglienza, mentre il Centro e il Nord soprattutto sono luoghi di stabilizzazione.

Un altro tema interessante è la provenienza degli alunni stranieri, o meglio i tanti e diversissimi paesi di provenienza, altro elemento che caratterizza il modello “diffuso” dell’Italia. Possono essere anche piccoli numeri, dal punto di vista quantitativo, in una scuola o in una classe ma si esprimono spesso con una varietà di appartenenze.