Tra le reazioni suscitate dalla decisione della Corte Costituzionale di bocciare le norme sulle espulsioni con accompagnamento coatto alla frontiera, spiccano quelle degli esponenti leghisti che vorrebbero introdurre un nuovo reato come la “permanenza in clandestinità”.
Il Governo ha già annunciato di essere pronto a correre ai ripari approvando un decreto legge che modifica la norma sulle espulsioni ritenuta incostituzionale. Addirittura, secondo An, il provvedimento sarebbe già pronto mentre per la Lega non c’è ancora nulla di scritto perché si attende di conoscere la motivazione della sentenza che arriverà solo tra un paio di settimane.
Per approfondire questi temi proseguiamo con le interviste che offrono più strumenti di comprensione generale. Cosa potrebbe succedere sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista materiale, concreto, nella quotidianità della vita dei migranti, privi di permesso di soggiorno o irregolari?
Abbiamo rivolto alcune domande a Fulvio Vassallo Paleologo dell’Asgi di Palermo.
D: Qual è il tuo primo commento in merito alla decisione presa dalla Corte Costituzionale?
R: Da quello che si è capito dai giornali ad essere bocciato è quell’articolo della legge Bossi Fini che consente l’accompagnamento immediato in frontiera cioè l’espulsione con accompagnamento forzato, anche in pendenza di un ricorso al giudice oppure lo consente dando però all’immigrato espulso soltanto la possibilità di appellarsi dall’estero. Praticamente, nel momento in cui il giudice decide – perché l’udienza di convalida c’è – il destinatario dell’espulsione si trova già all’estero. Questo lede i principi del giusto processo, di difesa e del contraddittorio. Questo è quello che si è capito.
Quindi in realtà ad essere sanzionate sono quelle espulsioni che spesso vediamo in televisione – con vari titoli tipo “Operazione vie libere” – vedendo gli immigrati affollarsi sotto un aeroplano con un sacchetto di plastica in mano, sotto il controllo della polizia, imbarcati senza nemmeno passare (e questo è importante ricordarlo) da un centro di permanenza temporanea (struttura che presenta molti aspetti di incostituzionalità) nell’ambito della quale i tempi sono più diluiti quindi c’è comunque una maggiore possibilità di difesa e di assistenza.
D: Secondo te cosa succederà adesso? Quali saranno le reazioni del Governo?
R: Un maggior numero di immigrati dovrà passare dai cpt quindi questo riproporrà di nuovo la questione dei centri di detenzione – peraltro le regole che disciplinano questi centri sono oggetto di ricorsi in Corte Costituzionale.
Non è un caso che un rappresentante del Governo abbia già detto che ora serve costruire un centro di permanenza in ogni provincia. Perché è evidente che una volta che si dovesse disattivare la possibilità di espellere in poche ore un immigrato privo di permesso di soggiorno (ovvero un malvivente, un criminale come lo chiamava qualche rappresentante del Governo sulla stampa di ieri), dovrà finire in un cpt.
Questo è un altro passaggio importante. In realtà nella imprecisione terminologia c’è un secondo rischio e cioè che adesso il Governo emani un decreto legge che introduca il reato di immigrazione clandestina trasformando in un illecito penale quello che adesso è un illecito amministrativo e in questo modo – anticipatamente – legittimi anche la detenzione (più o meno prolungata della persona) nelle more del periodo di tempo necessario per i documenti, il vettore per eseguire poi l’accompagnamento in frontiera.
D: Esiste dunque la possibilità che venga introdotto il reato di clandestinità?
R: Secondo me le cose sono due. Una è la criminalizzazione non solo verbale (già in atto da tempo) ma anche a livello legale, diciamo di previsione di legge della presenza dell’ingresso clandestino. Questa scelta governativa permetterebbe poi di stoppare altre questioni gravissime – che saranno tra poco all’esame della Corte Costituzionale – come quella che prevede l’arresto immediato della persona in flagranza di reato perché l’immigrato sarebbe rimasto in Italia oltre i cinque giorni dall’ordine di espulsione. Criminalizzando qualunque possibilità di presenza irregolare nel nostro Paese, è chiaro che a quel punto i problemi di incostituzionalità potrebbero essere risolti anche da questo punto di vista.
D: Per ritornare alla bocciatura della Corte, tradotto in pratica vuol dire che non vedremo più i rimpatri di massa?
R: Secondo me li continueremo a vedere perché troveranno il modo di fare una legge che li consentirà, pur formalmente aderendo alle posizioni della Corte. Però da questo punto di vista – come ci sono stati circa 674 ricorsi nel 2003 da parte di giudici di merito in Corte Costituzionale – credo che non appena il Governo varerà nuove norme che saranno in contrasto con la nostra Costituzione, altre centinaia di eccezioni di incostituzionalità verranno a frapporsi dai giudici di merito. Cosa che comporterà l’annullamento dei provvedimenti di espulsione e il loro sostanziale blocco.
D: Un punto importante è il rapporto tra la bocciatura della Corte su questo tipo di espulsioni e il trattenimento all’interno dei CPT. Qual’è?
R: Adesso diventerà veramente cruciale la questione di centri di permanenza temporanea. E’ chiaro che, anche se ci sarà un rallentamento delle procedure di accompagnamento forzato in frontiera, la pressioni si scaricherà su queste strutture che sono poche – per fortuna – di cui chiediamo la chiusura.
Vale la pena ricordare che in questo momento i richiedenti asilo (che sono buona parte di quei criminali clandestini che vengono indicati dal Governo come i destinatari di questi provvedimenti di espulsione), molto spesso non possono accedere alla richiesta di asilo, finendo in queste strutture.
Ricordo anche che all’interno dei CPT spesso nascono i nuovi centri di identificazione. Centri attualmente del tutto al di fuori delle norme regolamentari perché il Consiglio di Stato ha bocciato il regolamento – proposto dal Governo – sul diritto di asilo e i nuovi centri di identificazione. Tra l’altro mancano anche le risorse economiche per far partire queste strutture.
In presenza di tutto questo sono molto preoccupato che molti richiedenti asilo in realtà subiscano il rigore della normativa contro le espulsioni senza poter fare valere il loro diritto. Sono preoccupato perché – se questa maggioranza di governo verrà ancora legittimata – si assisterà ad un proliferare di CPT in tutte le regioni italiane. Sono questi dei rischi grossissimi, sia per gli immigrati che per la convivenza civile nel nostro Paese.